Vi racconto un'altra storia che tratta di una bambina e dei suoi molteplici amici immaginari.
Sono sempre stata una persona solitaria, ma sono nata con lo spirito di una guerriera, la vita però ha provato un'infinità di volta a plasmare e a schiacciare la mia anima, ma la mia passione mi ha sempre aiutata a combattere, a testa alta ho affrontato le mille sfide che il cammino mi ha posto innanzi alla mia persona.
I miei amici immaginari esistono ancora tutt'oggi, forse non nella mia mente, ma nel cuore si, vivono indelebilmente nella parte che mi permette ancora di essere bambina e di credere nei sogni.
Non è facile crescere con questa affinità, se così la si può realmente chiamare, i miei coetanei mi guardavano di traverso quando raccontavo loro le mie imprese affiancata dai miei amici invisibili, gli adulti non capivo proprio cosa volessi dire e molte volte mia madre mi ha trovato a parlare da sola, nell'oscurità della mia camera, con la musica a balla, ballavo seguendo la mente e gli scenari che avevo creato.
Vedevo principesse e principi, castelli e paesi lontani, mari dall'acqua dolce e montagne grandi quanto una persona.
Immaginavo di essere una regina nel suo castello e di avere dei servitori, di mangiare frutti esotici e di cavalcare un cavallo dal manto bianco come la neve.
Sognavo di essere un'eroina in una battaglia futura, mentre il mondo giaceva terrorizzato aspettando un aiuto e allora arrivavo sul dorso di un leone nel bel mezzo dello scontro e il ruggito dell'animale era l'avviso dei soldati.
Mi viene da sorridere a ripensare a quante imprese abbia vissuto nella mia mente, forse non ho viaggiato con il corpo, ma la testa mi ha fatto un grande dono, il quale mi ha permesso di essere libera da una schiera di bambini progettati per una vita imposta.
Sin da ragazzina ho sempre saputo di non poter seguire la massa, non avrei potuto nemmeno volendo, mi immaginate in una fabbrica mentre danzo con i rospi?
No certo che no, anche a me sembrava assurdo e così ho seguito il mio cuore, non so ancora dove mi porterà, ma sono orgogliosa dei progressi e dei passi che ho fatto.
La cosa più strana è che non ho mai sognato un principe azzurro per me, non mi piaceva immaginarmi debole e in attesa del cavaliere e con gli anni questa prospettiva non è affatto cambiata, anzi ho capito che fin da bambina avevo il coraggio di un uomo medievale.
La solitudine è un termine relativo, non mi sono mai sentita sola, avevo sempre al mio fianco i miei amici immaginari, mi hanno sempre tenuto compagnia e rafforzato l'anima nei momenti di maggiore sconforto.
Ben presto ho capito di voler diventare una scrittrice e da allora nessuno è mai riuscito a farmi desistere, nessun commento negativo, nessuna presa in giro, nemmeno le parole di schermo mi hanno mai spaventata.
Non smetterò mai di credere nei miei sogni, altrimenti che vita sarebbe?
Nota autrice
Avete mai avuto degli amici invisibili, oppure sono pazza come crede la maggior parte della gente che mi conosce?
Da bambino avevo anch'io un amichetto d'invenzione. Ma non mi ricordo cosa ci facessi assieme. La vita o la si vive o la si scrive mi pare abbia detto Pirandello. A quanto pare chi ama scrivere ha scelto la seconda opzione.
RispondiEliminaCiao Stefano. ☺️
EliminaVero, alla fine ho scelto di scriverla la vita, ma da bambina era una lotta continua tra il presente e l’immaginazione e non era facile trovare il giusto equilibrio.
Io ricordo quasi tutti i miei amici immaginari, ma la maggior parte di loro sono già presenti nelle storie che ho scritto. Da bambina mi era difficile capire l’impellente desiderio di inventare facce o scene non reali, a volte inventavo conversazioni reali per placare quel bisogno. La gente tendeva a scansarsi e a pensare che avessi qualche rotella fuori posto, nessuno capiva, tranne la mia maestra che, alla fine, ha trovato il modo per aiutarmi a sfogare il mio bisogno tramite la lettura. ☺️
Io non sono autobiografico nei miei scritti. O, meglio, ci sono sotto mentite spoglie perché conosco l'argomento avendolo vissuto. Mi raccomando - ti sarà certamente sfuggito: capita talvolta nella fretta anche a me - ma il plurale di faccia è facce non "faccie". Uno scrittore non può permettersi una tale licenza. Ciao
RispondiEliminaSai che non trovo la parola? Sei sicuro che sia nel testo? Perché lo so che non si scrive con la “i” il plurale di faccia. 🤔
Elimina"Inventare faccie" è lì.
RispondiEliminaNon riesco proprio a trovarla. Per adesso ti ringrazio, prima o poi salterà fuori. 😳
EliminaE' nella tua risposta. Nel testo (penultimo paragrafo) trovo un "Ben presto capì di voler diventare una scrittrice". passi improvvisamente dalla prima alla terza persona? Comunque... continua a sognare!
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