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Racconto di un concorso: I sogni muoiono quando siamo noi a smettere di crederci


I sogni muoiono quando siamo noi a smettere di crederci 


Svegliarsi la mattina per me è sempre stato un trauma, per questo sono costantemente di fretta, ma come al solito non m’importa più di tanto visto che devo andare a lavorare e non a una sfilata di moda. 

Ho iniziato a fare la parrucchiera un anno e mezzo fa e come allora adoro quello che faccio, solo che certe volte ho talmente tanti dubbi che non sono più sicura di niente. 

La vita è difficile, il lavoro mi permette di costruirmi un futuro, ma se vi dicessi che il mio sogno nel cassetto è diventare una scrittrice? Adesso riuscite a capire in parte i miei dubbi? Anche se mi piace, mi sento sempre fuori posto, ho paura di dover lasciar perdere il mio sogno per assicurarmi un domani un posto decente all'interno della comunità. 

Chissà come mai di prima mattina vengono sempre questi pensieri angosciosi, forse durante la notte l'inconscio porta a galla tutte le cose che, una volta svegli, non si riesce ad ammettere. 
Mi alzo, lasciandomi alle spalle conclusioni dolorose e mi preparo.

La prima cosa che faccio è colazione, poiché il pasto più importante della giornata, o almeno così dicono, io lo faccio principalmente perché ho fame, perché senza non riuscirei ad affrontare la giornata, indosso la mia solita divisa e mi precipito fuori casa per andare a prendere il pullman. 

La neve ricopre il verde del prato e mi rendo conto che è inverno, siamo quasi a Natale, il tempo passa e io non ho concluso ancora niente. 
Certa di dovermi scrollare questi pensieri di dosso, mi metto ad ascoltare musica per tutto il tragitto.

Anche la musica è una forma d'arte, riesce a distaccarti dal mondo reale, proprio come quando leggo o mi immergo nella scrittura e nelle sue fantasie, ma come ogni cosa bella deve avere una fine e la porta d'ingresso nel mondo reale mi aspetta. 

La giornata è appena iniziata ed entrare con un sorriso è la cosa più importante, per questo mi piace stare in mezzo alla gente, perché basta sorridere e nessuno fa domande, che poi mi sono sempre chiesta cosa avrà mai un sorriso rispetto a quello che si vede negli occhi di una persona da far si che gli altri diano per scontato che va tutto bene.

Entro al lavoro di corsa salutando la mia titolare che ricambia, mi metto subito all'opera visto che la prima cliente della giornata è già arrivata.

- Venga, la faccio accomodare di qua - le faccio strada fino al posto consulenza e aspetto che si sieda prima di prepararla e una volta capito quello che desidera inizio il lavoro.

- Piacere Patrizia, sei nuova? - si presenta cordialmente la signora.

- Piacere mio, Sharon, sì, sono arrivata due mesi fa.

Mi piace subito quella signora, cosi composta e gentile allo stesso tempo, poi scopro che è una maestra e mi ricorda tanto la mia delle elementari, colei che mi spinto verso il mondo della scrittura.
Attratta da una forza maggiore, inizio a raccontare alla signora Patrizia la mia passione della lettura.

- Anche a me piace leggere, ho partecipato pure a concorsi letterari - questo mi lascia senza parole, finalmente incontro un altra persona con la mia stessa passione e per di più che prova a fare di essa la sua ragione di vita.

Ci intendiamo subito e parliamo tanto, mi trovo così bene a condividere i miei pensieri con lei perché mi capisce, l' avevo detto che sarebbe stata una bella giornata e non mi sono sbagliata! 
Alla fine mi lascia la sua mail per poterci tenere in contatto, prima di andarsene mi ripete che ci sentiremo e questo mi dà speranza e riaccende in me il desiderio di provare a lottare per qualcosa che amo e che rende la mia vita bella da morire.

La giornata passa lentamente e il mio pensiero è sempre fisso su quell'adorabile signora, non dico niente a nessuno, tranne che alla mia mamma, è ovvio, per evitare scarogna, visto che ci tengo tanto preferisco tenermelo per me, almeno per ora.

Poi un pensiero mi sfreccia come un lampo in testa e il sorriso dell'anima sognante svanisce: avrei potuto continuare a studiare e specializzarmi in letteratura e concentrarmi solo sul mio sogno, ma il bisogno d’indipendenza che ho sempre voluto mi ha portato a decidere di studiare per un lavoro. 

Ora però non sono tanto sicura che sia stata la scelta migliore perché, così facendo, ho perso di vista il mio obiettivo e anche volendo ripercorrere quella strada, non mi riesce facile, il peso delle decisioni che devo prendere per il bene mio e della mia famiglia mi svuota completamente e riesco a concentrarmi solo su quello.

Poi, così come questo pensiero era arrivato, dalla mia parte razionale e adulta un' altra pensiero inizia a sfiorarmi la mente, però questa volta dettato dalla mia parte giovanile e sognatrice. 
Perché non avrei dovuto provarci? Cosa avevo da perdere? Niente! Quindi tanto valeva provarci, almeno non mi sarei dovuta pentire in futuro di un' altra decisione sbagliata.

L'intento ce l'ho, ma il tempo, purtroppo per me, no, arrivo tardi a casa e mi dimentico di scrivere a Patrizia, così mi addormento con una mezza speranza, una scintilla che nonostante tutto non avevo da troppo tempo.

I giorni passano e ogni sera continuo a dimenticarmi di contattarla, dopo una settimana accantono completamente il pensiero e ci rinuncio in partenza, pensando che ormai si  sia già dimenticata di me e che una cosa così bella non poteva di certo capitarmi.

Non so come, ma dopo due settimane, in cui avevo perso la speranza, seduta sul divano di casa con il portatile in grembo, mi si accende una lampadina e improvvisamente mi ricordo di dover scrivere a Patrizia; così cerco il suo indirizzo e-mail e mi accingo a spiegarle il motivo per cui ci ho messo cosi tanto, raccontando la verità. 

La sua risposta arriva immediata, annunciata nella casella di posta, leggo impaziente e mi accorgo che c'è davvero speranza, considerando che stava aspettando che la cercassi. 
Questo mi fa sorridere di gioia perché mi fa capire che, a volte, le cose belle possono capitare a tutti, l'importante è sempre cogliere le opportunità e soprattutto bisogna provarci. 

Non avrei mai pensato che un incontro causale, dettato dal lavoro, una simpatia verso una signora alquanto piacevole e un obiettivo comune potessero portarmi tanta speranza e una voglia di combattere per quello in cui credo, dopo che la vita, ultimamente, mi stava mettendo i bastoni tra le ruote.
Mi arriva un altro messaggio, controllo subito e scopro che è Patrizia, alla fine della lettura mi spunta un sorriso a trentadue denti, visto che mi sta informando che tra qualche settimana ci sarà un concorso letterario, rispondo senza esitazione che parteciperò, voglio provarci! 

Non ho niente da perdere, è un'esperienza unica e senza precedenti, se avessi mollato già dall'inizio e non le avessi scritto, ora questo non sarebbe mai accaduto, quindi, sulla base di un'esperienza che già ha portato i suoi frutti, scrivo a Patrizia che parteciperò al concorso, più sicura che mai di lottare fino alla fine.

Chiamo la mia migliore amica Fra per informarle della stupenda notizia, al secondo squillo risponde.

- Amo, ciao, come stai? - mi chiede subito.

- Alla grande, non puoi capire. Ti ricordi quella signora di nome Patrizia che ho incontrato in negozio? - lo dico tutto d’un fiato poiché ancora non ci credo neanche io.

- Si, mi ricordo, quindi?

- Quindi avevo ragione! Ci ho creduto da subito e ho fatto bene, visto che mi ha appena scritto una e-mail con cui mi informa che tra poco ci sarà un concorso letterario. E indovina?

- Hai decido di partecipare e di vincere vero? - mi chiede con una certa impazienza.

- Amo. se vinco sarei felice certo. ma la mia vincita più grande sai quale sarà? - le chiedo.

- No, dimmi!

- Ci avrò provato, avrò lottato in quello in cui credo, avrò fatto esattamente quello che dicevo di fare quando ero bambina, avrò creduto nei miei sogni, e qualsiasi sia il risultato, sarà solo figurativo.

- Davvero quando fai ‘sti discorsi sembra che tu abbia trent'anni - mi dice sbuffando.

- E tu, quando parli così, ne dimostri cinque - le rispondo a tono, non sopporto quando la gente fa di questi paragoni, ognuno parla per quello che ha vissuto, io ho avuto un’ infanzia e un’adolescenza difficili, ho dovuto imparare ad arrangiarmi da sola, in fretta, e non ho avuto altra scelta che quella di ragionare come un adulto. Certe volte lo rimpiango, ma poi, quando mi trovo davanti a situazioni di questo tipo, sono più che felice di sapermi arrangiare, poiché vuol dire che so prendere una decisione per me stessa, nonostante la giovane età, e lei sa che non è il caso di dirmi queste cose.

- Si scusa, non volevo, è che tu hai le idee così chiare, hai sempre saputo cosa volevi dalla vita e piano piano io so che ce la farai, poiché sei una persona determinata che non si arrende tanto facilmente. Io, a differenza tua, vado ancora a scuola e non riesco a decidermi sul cosa fare dopo, insomma dovrei prendere il diploma e diventare una sarta? Oppure dovrei studiare da estetista? Non lo so, poiché non ho mai preso decisioni, e ho paura di sbagliare…

- Qualsiasi decisione tu prenda, sarà tua, che sia sbagliata oppure giusta non ha importanza. Impara a mettere in conto che ci saranno delle conseguenze per qualsiasi scelta tu faccia, poi dovrai solo decidere se ne valga la pena, altrimenti c'è sempre una soluzione, sempre. E poi non sei sola, quindi non preoccuparti, un consiglio ci sta sempre. - finisco un po’ più in leggerezza per tranquillizzarla.

- Grazie amore, ecco perché non so cosa farei senza di te.

- Sì, beh, lo so, sono un genio, modestamente, comunque vado e mi metto al lavoro bacio – e senza aspettare una sua risposta chiudo la comunicazione, impaziente di cominciare.

Mi sistemo meglio sul divano e spengo la televisione poiché ho bisogno di concentrarmi. Inizio a pensare ha un'idea che sia diretta, ma complessa allo stesso tempo. Il racconto si ispira al Natale e, per rimanere in tema, decido di collegare Babbo Natale alla signora Patrizia, e di basarmi sul concorso come regalo di quest'anno.

Altre due settimane e il racconto è pronto, lo mando a Patrizia e lei si occupa di inviarlo e di tutta la trafila, mentre io inizio il conto alla rovescia impaziente di sapere se qualcuno ha trovato almeno un po’ carino ciò che ho scritto.  

Ah già! Volete sapere come è andata a finire col concorso, vero?

Cari amici vi avevo detto che la mia storia vi avrebbe tenuto col fiato sospeso fino alla fine e non mi smentirò proprio ora, perché vedete la vita è un susseguirsi di momenti sospesi, così nel tempo, senza una vera risposta e che gusto ci sarebbe adesso a darvi un finale? 
Cioè se ho vinto sarebbe un bel finale, se ho perso sarebbe un triste finale e io non voglio che il mio racconto abbia una fine prevedibile, quindi decidete voi la fine più appropriata, viaggiate di fantasia come faccio io e sicuramente il vostro "THE END" sarà adeguato ai vostri desideri più di quanto posso fare io con mille finali. 
DIVERTITEVI AMICI, CI RISENTIREMO SICURAMENTE.


Fine

Cosa ne pensate?

A presto, Sharon.

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