Retroscena del racconto:
L'albero di Natale
Iniziamo subito con il retroscena del secondo racconto e vediamo di capire insieme gli aspetti che mi hanno portata a scriverlo.
Non c'è un motivo che possa definirsi superfluo se si inizia a scrivere, c'è sempre una buona ragione per farlo, o almeno, per me funziona così, quindi anche questo piccolo racconto è nato con l'intenzione di proporlo allo stesso concorso a cui avevo partecipato l'anno prima, ma che purtroppo non mi aveva selezionata nemmeno per le finali e così mi sono alzata entrambe le maniche cercando di trovare un modo migliore per emergere, ci ho provato senza risultato, però l'importante è non arrendersi mai.
Quando ti impongono un tema l'idea non è così difficile da trovare e poiché si trattava sempre del Natale e non volevo cadere nell'errore di essere ripetitiva, ho pensato fino allo sfinimento a tutti gli argomenti connessi alla festività cercando di collegare un personaggio ai regali, oppure un regalo ad un ambiente e poi così dal nulla mi è venuto in mente l'albero di Natale, quel povero pino che non consideriamo per tutto l'anno, certo ormai si usano quelli finti, ma qualcuno sicuramente avrà ancora a cuor l'albero vero e vivo.
Dopodiché mi sono dovuta concentrare sul modo di caratterizzare il punto di vista di un personaggio che non è un essere umano.
Non è stato affatto facile, insomma mi sono dovuta porre un sacco di domande per capire come renderlo reale:
Cosa pensa un albero?
Dove vive?
Cosa fa durante il giorno?
Cosa prova ad essere sradicato dalla sua foresta e portato in uno scantinato?
Come si sente nei confronti degli essere umani?
Cosa pensa nei riguardi degli animali?
Come li percepisce i suoi simili?
Ma un albero può sentire o vedere?
Forse percepisce solo delle sensazioni?
Ho passato parecchi giorni a trovare delle risposte adeguate a tutto il casino che avevo in testa, ma poi piano piano tutto ha preso forma e il modo migliore sembrava dargli un carattere passivo e triste, fargli raccontare come era vivere nella natura e come in una casa, fargli percepire l'uomo e fargli capire che non siamo poi così diversi.
L'impostazione della famiglia felice che addobba l'albero era un ottimo modo per creare uno scenario a questo personaggio e così ho creato un bambino e i genitori, ed era importante far capire come un albero che di solito consideriamo " morto " abbia a cuore la felicità del piccolo e di come sopporta il dolore pur di sentirlo ridere e alla fine vediamo sempre il povero albero essere testimone del sogno maggior di ogni bimbo: Babbo Natale e i regali sotto l'albero.
Le ricerche per ideare il racconto sono state alla fine molto illuminanti e mi hanno portata a capire meglio quello che volevo comunicare.
Buona giornata, come sempre la vostra Sharon.
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