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Analisi -Oceano Mare- di Alessandro Baricco

Analisi 

-Oceano Mare- di Alessandro Baricco


Vorrei solo fare una piccola premessa, visto che questo romanzo è diviso in tre parti, andrò ad analizzarlo in sequenza ordinata.

Giusto per evitare fraintendimenti e confusione futura.

Sin dal primo capitolo la lettura mi ha trasmesso un senso di calma infinita.

Come se in quel momento non avessi altro posto dove stare, se non con la faccia in mezzo a quelle pagine. 

Nel prologo troviamo un personaggio non definito nell'aspetto, ma ben descritto nell'anima, con una donna che non sembra a primo impatto collegata alla scena in se stessa, ma come se venisse direttamente dal di fuori del libro. 

Ho trovato lo stile narrativo e stilistico di Baricco molto particolare.

Il suo modo di inserire un discorso diretto rimane confuso in punteggiatura, eppure perfettamente comprensibile per la mente. 

Inoltre l'inserimento iniziale della bambina trovo che sia molto suggestivo, proprio per la caratterizzazione di ciò che le alleggia intorno e della conseguenza che le apporta interiormente. 

Devo ammettere che il punto di vista non è comprensibile, cioè non è chiaro all'inizio chi stia narrando la storia, ma si capisce bene che deve essere un personaggio estraneo proprio per l'uso della terza persona. 

Baricco usa delle descrizioni metaforiche, dettagliate e molto sofisticate, accompagnate da similitudini che riportano alla mente immagini che suscitano emozioni intense, che non si possono fraintendere. 

Il secondo personaggio rispecchia e si collega alla bambina, ma abbiamo solo qualche cenno e niente di particolare, almeno all'inizio.  

Il terzo uomo non pare molto spiccato, se non per la sua evidente ossessione, eppure c'è in lui qualcosa che emerge a primo impatto, come una musica in sottofondo che non si riesce a distinguere bene.

Il quarto personaggio che viene introdotto sembra essere presentato come un giudice che non ammette repliche, eppure tornando indietro e seguendo un tratto della sua storia, si capisce invece come l'uomo sia al contrario decisivo, ma non per non scelta. 

Improvvisamente, senza un evento che colleghi il fatto, due personaggi si trovano nella stessa scena, avvicinati, così spiega Baricco, dalla donna messa in mostra nelle prime pagine. 

Da qui subentra uno stile discorsivo più pratico e diretto, anche se rimane come botta e risposta e non come una conversazione a cui solitamente siamo abituati.

Senza dei nomi che distinguano i personaggi sembra di partecipare a una grande cacofonia di parole e suoni, un'insieme di espressioni che accelerano all'improvviso il corso della narrazione. 

Nell'inizio della seconda parte ci troviamo catapultati in un universo terribile e straziante.

"La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide."

Ogni frase viene spiegata passo per passo, conducendo il lettore in un turbine di morte e dolore, di anime persone e scelte indicibili.

Un contrasto veramente difficile da digerire, se nella prima parte il mare viene descritto come terra di mezzo e quindi inesistente, un luogo di calma, nella secondo lo si trova come carnefice e boia di vite umane. 

Una storia che mi ha riportato alla mente il disastro accaduto sul Titanic, ma visto narrato dalla voce di un uomo che è stato su una zattera, che è rimasto in mare sperduto in balia del freddo, della fame e della paura.

Non avevo mai veramente pensato a questo aspetto della tragedia, i superstiti, quelli recuperati della canoe di salvataggio, ma quanto dolore hanno provato in un'intera notte vissuta in mezzo al mare?

Questo testo me ne ha dato la prova, la verità su ciò che non avevo compreso.

"La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All'orizzonte." 

Sopravvissuti sì, ma inconsolabili.

Finisce il secondo testo e inizia il terzo, che a sua volte è diviso in sette parti. 

Le vicende dei personaggi si concludono.

 La prima scena mostra la conclusione del viaggio della bambina presentata all'inizio della storia, tra l'altro non avrei mai immaginato niente di simile, sia per la caratterizzazione del personaggi e sia per l'obbiettivo che andava cercando.


Una scena leggermente inquietante, bisogna tener conto anche delle relative informazioni, ma nonostante la diversità di ciò che non dovrebbe accadere, il fatto che Baricco abbia usato le metafore, rende la lettura più armoniosa e i pregiudizi scivolano via, lambiti dall'Oceano Mare. 

La scenda scena mostra un altro personaggio il suo ruolo effettivo all'interno della storia e che permette così di agganciarsi ad un alto fatto che spiega la loro conclusione.

 Anche la donna misteriosa accennata all'inizio scrive la sua fine con una lettera che racchiude tutto l'insieme del romanzo stesso.

Un luogo che non esiste e che è un posto dove prendi commiato da te stesso.

Il primo uomo portato all'immaginazione del lettore trova la sua fine tramite la sua più grande passione.

Proprio colei che mi aveva trasmesso quell'immenso senso di pace, ora se la porta via come acqua sulla sabbia della spiaggia. 

Inesorabilmente lontana e così vicina, forse appartiene al luogo e alla locanda che non esiste. 

Un'altra scena e un'altra conclusione, forse un po' amara per il personaggio, ma controversa per come era stato presentato e quindi stupefacente in se stessa. 

Alla fine è proprio vero che è nei momenti di difficoltà che si riconosce un gran uomo.

Come penultimo personaggio troviamo colui che prendeva parte nell'inferno della seconda parte della storia.

Un uomo che ormai sembra essere rammaricato dal passato, ma convinto di rifare le stesse scelte anche tornasse indietro in quel preciso momento.

Almeno l'onesta lo accompagna fino al suo destino, c'è da dire che sicuramente il passato lo sta cercando ed infatti come ultimo personaggio, a chiudere completamente la storia sopraggiunge Adams.

Inserisco il nome perché mi piace molto e la vendetta prende il suo nome, con il colore rosso sangue e rumore di Oceano Mare. 

In conclusione un romanzo pazzesco, nella sua semplicità riesce a comunicare oltre le parole, ti trasporta davvero sulla spiaggia che non esiste, in quel tempo indefinito che ti fa ricongiungere con il tuo IO interiore. 

Nota autrice

Ebbene? 

Cosa ne pensate? 








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