Sopravvivere nel mondo dell'editoria
Quarto capitolo
Case editrici a doppio binario
Che cosa significa nello specifico?
Di solito sono le piccole case editrici a essere etichettate a doppio binario, e vuol dire che parzialmente non chiedo contributo da parte dell'autore.
Nel senso che potrebbe pubblicare senza spese, ma obbligare l'autore all'acquisto di un certo numero di copie.
Ma perché?
Non è difficile da comprendere, in quanto una piccola casa editrice, quindi nata nell'arco dell'anno, o più, ha bisogno di sicurezza economica per poter pubblicare, e obbligando l'autore all'acquisto di un certo numero di copie, l'editore è sicuro di un rientro economico.
In questo caso non lo trovo scorretto, e nemmeno fuori luogo, ma come sempre spetta all'autore comprendere quale sia il proprio obiettivo e comportarsi di conseguenza.
Non credo che si possano mettere al patibolo tali case editrici, perché è sempre facile per noi autori guardare il bicchiere mezzo pieno, e mai quello mezzo vuoto.
Si parte dal presupposto che una casa editrice è un'impresa e come tale si basa sul fatturato annuale, e nascere come marchio editoriale in questa epoca non è facile.
Prima di tutto perché le grandi case editrici detengono il potere del commercio editoriale e poi perché l'auto pubblicazione ha reso difficile il lavoro dell'editore.
Ci pensate sul serio a queste cose?
Una volta per pubblicare ci si poteva rivolgere a una stamperia, quindi pagare per mettere in commercio la propria opera, e si sono rivolti a questo tipo di servizio molti autori classici, ma adesso è possibile cliccare dei pulsanti e tramite internet avere il libro disponibile su tutte le piattaforme online.
C'è anche da dire che l'autore è diventato così pieno di sé, e eccentrico, da non sapere gestire il rifiuto da parte di un editore, che invece dovrebbe portare a un'attenta riflessione sul proprio stile, magari per cercare di migliorarsi, invece di buttarsi a capofitto nell'auto pubblicazione.
Di questo argomento ne parleremo nel prossimo capitolo.
Nota autrice
Avete avuto a che fare con case editrici a doppio binario?
Come vi siete comportati?
Io ho lavorato in una CE a doppio binario e devo dire che con i suoi autori si comportava bene: faceva pagare l'acquisto di un tot. di copie, sì, però poi si impegnava nella distribuzione e promozione, organizzando anche presentazioni. Quindi anche io non metterei al patibolo queste realtà.
RispondiEliminaCiao Emanuela! 😊
EliminaIn effetti ho avuto modo anch'io di confrontarmi con una simile realtà e ho trovato molta serietà e professionalità, rispetto alla casa editrice tradizionale con cui avevo pubblicato. Alla fine la casa editrice free non mi ha fatto editing e nemmeno promozione. Mentre la casa editrice a doppio binario, che ho conosciuto tramite terzi, si è comportata in modo esemplare con questa persona di mia conoscenza. Quindi preferisco essere obiettiva e non mettere al patibolo una casa editrice a doppio binario, anche perché all'inizio richiedono contributo per avviare l'impresa commerciale. C'è anche da tenere conto della crisi economica in cui ci troviamo. 😊