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Chi legge per se stesso e chi lo fa per diventare scrittore


Chi legge per se stesso e chi lo fa per diventare scrittore


In un articolo precedente avevo parlato della differenza di testo che i due tipi di scrittori creano, ho pensato dunque di analizzare anche la differenza di lettori e del modo in cui si legge.

I primi leggono per amore delle lettura, per liberare la mente dai problemi reali, si nascondono nei libri come se fossero un'ancora di salvezza.

I secondi leggono per amore della conoscenza e dell'istruzione.

Alla fine la differenza è così sottile che è difficile capire chi siano i primi e chi i secondi, inoltre credo che si possa iniziare a leggere per la semplice passione delle parole e della magia che creano, e che poi, di conseguenza, si possa imparare a farlo con occhi più competenti e con l'intenzione di scoprire cosa si cela tra le righe.

C'è anche una bella differenza tra chi legge i classici e chi i sotto generi.

Verrebbe da pensare che non sia vero, magari è cosi, ma quando si impara a guardare oltre le parole, ad analizzare un testo ed ad imparare dai grandi autori, la percezione di un libro cambia radicalmente, ancora non ho capito se sia una cosa buona, forse dipende sempre dalla persona in questione e dal modo in cui si approccia alla lettura, ma considerato che credo fortemente che bisogna documentarsi e scoprire romanzi che abbiano davvero qualcosa da comunicare, credo sia una cosa positiva, ma non si sa mai e l'opinione al riguardo è molto soggettiva.

Però ho scoperto la vera differenza da chi legge per distrarre la mente e chi lo fa per imparare a migliorarsi; quest'ultimi sicuramente appartengono alla categoria di scrittore emergenti ed i primi rimarranno sempre degli appassionati lettori.

Quando ho iniziato ad approcciarmi a questo mondo fantastico, leggevo perché amavo le storie, col tempo, quando ho capito di voler fare di una passione una vera e propria professione, ho cominciato a guardare i libri sotto un'altra ottica.

Leggevo per capire devo sbagliavo, leggevo per apprendere i segreti dei grandi maestri, leggevo per scomporre un testo e cercare gli errori, leggevo per imparare la punteggiatura e il modo in cui ogni scrittori abbia delle eccezioni alla grammatica italiana.

Insomma credo dipenda anche da quello che volete diventare nella vita e a che scopo voi leggiate, ma farlo con gli occhi critici rovina la magia delle storie, forse bisognerebbe trovare una via di mezzo; leggere per amore e studiare per imparare.

Per concludere vorrei farvi un esempio:

Edgar Alla Poe è stato un grandissimo scrittore, i suoi racconti del terrore mi hanno emozionata e tenuta con i fiato sospeso, ognuno in maniera differente dall'altro, per varie ragione, ma alla fine il risultato non cambia, perché questo autore ci insegna a creare un racconto che valga la pena di essere letto e grazie a lui un mio scritto è stato preso in considerazione per far parte di una nuova raccolta di racconti che sarà pronta per maggio 2018 a cura della Chance Edizioni.

Quindi oltre alla storia, bisognerebbe concentrarsi anche sulla struttura del testo in se stesso, per capire, per imparare, ma soprattutto per migliorarsi.



Commenti

  1. Io ho semprr letto con l'occhio critico che mi faceva pensare "lo avrei scritoo cosi anchd io questo pensiero" o "io avrei provato diversamente", nel secondo pensiero buttavo giù la mia versione, da qui le fan fiction e da questd a cambiare nomi e poco altto per un original il passo è breve.

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    1. Ciao Samantha!
      Interessante come hai descritto la nascita della scrittura di una fan fiction.
      Ammetto di non essere ferrata in materia, ma credo che in effetti a voler fare una stesura del genere bisogna avere l'occhio critico per poter capire come cambiare gli eventi.

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  2. Ciao Sharon :) posso dire che non avevo mai pensato che potessero esistere due categorie di lettori, pensavo che si leggesse per fuggire dalla realtà, o almeno il mio caso è questo, anche se devo ammettere che ultimamente sto cercando di imparare da chi è riuscito a rendere la passione per la scrittura e la lettura un vero e proprio lavoro.
    Hai ragione quando dici che per capire al meglio una storia bisogna riuscire a leggere tra le righe, penso che questo aiuti molto ad immedesimarsi nella storia e a far capire come mai degli avvenimenti avvengono in quel dato momento. Ho sempre pensato che lo scrittore fosse una specie di burattinaio che muove i fili della sua storia cercando di farla andare dove il cuore comanda, anche se la mia, pur sempre breve, esperienza come scrittrice mi ha insegnato che non è esattamente così, molto spesso è la storia stessa ad indicarti la via. Scusami per lo sproloquio ^^" spero di non averti annoiata ^^" un'articolo comunque molto interessante :) alla prossima :)

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    1. Ciao Giulia!
      Credo che ormai avrai capito che sono assetata di conoscenza e tengo moltissimo alle informazioni.
      Quindi ho pensato potesse essere essere interessante scrivere un articolo del genere.
      Si leggere tra le righe è molto importante, proprio perché ti sprona a capire lo stile e magari ad imparare da esso.
      Vero anche che se i protagonisti sono caratterizzati bene di solito sono loro a scriversi il finale e la propria storia.
      Non preoccuparti, nessuna noia, anzi, fa sempre piacere condividere i propri pensieri! ^_^
      Grazie del commento, alla prossima.
      Sharon.

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    2. È stato un piacere :) mi piace condividere le mie idee :)

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    3. Motivo per cui gironzoliamo sul web! ^_^

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  3. Sempre interessanti i tuoi articoli 😊
    Credo che tu abbia colto una differenza significativa tra lettori e futuri scrittori. Da piccola non leggevo molto. Ho cominciato un pò di più circa 10 anni fa. Ma ad immergermi completamente nei libri, circa 5 anni fa. Ammetto che inizialmente era per non sentirmi sola, poi invece ho capito che dalla lettura imparavo lezioni che non ricevo da chi mi è vicino e crede di sapere tutto 😂
    Ora sto iniziando a leggere per imparare a scrivere. E ne ho da imparare 🙏🏼
    Grazie Sharon, per i tuoi interessanti articoli.

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    1. Ciao Sophia!
      Grazie per l'interessamento, fa sempre piacere poter condividere le idee.
      Per imparare c'è sempre tempo, ci vuole solo tanta buona volontà e un po' di dedizione per questa passione!
      Alla prossima.
      Sharon.

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  4. Un bel saggio sia pure datato (e introvabile a meno di una ristampa) sulle teorie scritturali è "L'officina del racconto" di Angelo Marchese (oscar saggi n°193); un altro molto bello è "L'analisi del racconto" di Autori Vari, raccolta di saggi tra i cui autori troviamo Eco, Bremond e altri. E poi c'è Harold Bloom("il canone occidentale", "Come si legge un libro") e ", il compianto Todorov ("La letteratura fantastica" e "teoria della Prosa"), "Teoria del romanzo" di Lucàcs e molti altri che non ti cito per non annoiare.
    Il caro Poe, oltre che giornalista e scrittore dei suoi mirabili racconti (un solo romanzo se non sbaglio "Gordon Pym"), nonché poeta, fu anche un teorico della scrittura "Filosofia della composizione" e altri. Tentò persino la drammaturgia vedi comunque qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Edgar_Allan_Poe.
    M per la scrittra di romanzi notesono le teorie di Henry James (1843-1916)
    Chi ha una preparazione critica alle spalle apprezza maggiormente uno scritto perché l'occhio critico è permanentemente in funzione. es. con la musica ti piace il "chiaro di luna" di Beethoven? ebbene un conto è semplicemente ascoltarlo da chi lo nsa suonar bene un conto è apprezzarlo vedendo sullo spartito le soluzioni armoniche che egli ha adottato il che ti fa capire la differenza tra un grande musicista e chi scrive "solo canzonette".

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    1. Ciao Stefano, è sempre bello "parlare" con te.
      Hai sempre degli ottimo consigli e un paio dei libri che hai citato li conosco, altri no e li aggiungerò alla lista da leggere.
      Per quanto riguarda Poe ne sono a conoscenza.
      Mi piace molto il suo stile e per me è fonte di ispirazione.
      L'esempio che hai fatto riporta alla mente il fulcro del discorso di questo articolo.
      Non è facile leggere con occhio critico, lo ammetto, però posso dire che ad aver provato ne ho tratto molto soddisfazioni.
      Credo che per poter imparare bisogna anche saper riconoscere i vari stili e quindi "adottarne" uno che faccia la differenza e che sia personale, non sei d'accordo?

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    2. Grazie, Sharon! Io non voglio dare alcun consiglio a chicchessia: mi limito solo a segnalare libri o mie conoscenze: altri titoli? David Lodge "L'arte della narrativa" tascabili Bompiani) e, ancora di Todorov "La letteratura in percolo" (Garzanti), Ferroni "Scritture a perdere" (Laterza); per non parlare del "Scrivere narrativa" di Edith Wharton (la prima donna a vincere il Pulitzer nel 1921) e, molto piacevole, di Bernard Malamud "Per me non esiste altro. La Letteratura come dono. Lezioni di scrittura", Minimum Fax, casa editrice che ha molti titoli di libri in cui notissimi scrittori parlano dell'arte dello scrivere: Virginia Woolf - bastano i diari -, Francis Scott Fitzgerald, ultimamente Jimmy Joyce e pubblica anche i libri di Malamud: "Il commesso", "Le vite di Dubin", su uno che scrive biografie. Ma vedi anche la CE Mattioli 1885 che ha scelte raffinatissime es. è andata a cercarsi alcuni articoli di Dickens su Londra che pubblicò nelle sue riviste. Se poi ti piace il giallo... ti dico solo che oggi sono andato alla Feltrinelli e ho trovato , pubblicato da Adelphi, "Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo" e sai di chi? del nostro Leonardo Sciascia. Saluti, Stefano

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    3. Stefano sei impressionante!
      Ma come fai a ricordare a memoria tutti questi libri???
      Io a volte me li dimentico! ^_^

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    4. Be', alcuni li ho a portata di mano sugli scaffali della mia libreria, alcuni li ho letti (quelli della Wharton - in originale - e quello di Malamud). Moltissimi altri da leggere comprati decenni fa quand'ero studente (di Lingue e Letterature Straniere) ora, se non ristampati, praticamente introvabili. Se si vuole reperirli tentare in qualche biblioteca o in Internet. SAluti

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    5. Grazie Stefano. Li cercherò senz'altro!
      Saluti a te. 😊😊

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  5. Bellissimo articolo. Io posso parlare ovviamente solo per me e per la mia esperienza. Quando leggo lo faccio solo ed esclusivamente per piacere. É vero che con gli occhi di uno scrittore si notano molte più cose, ma mi piace che leggere resti solo uno svago, un momento di pace, di relax. Fermo restando però che a mio parere già solo il fatto di leggere di per sé aiuti la mente ad aprirsi e accresce la propria cultura personale. Non esiste scrittore che prima non sia stato lettore

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    1. Ciao Vera!
      Sai che invece ho sentito di scrittori che non amano leggere?
      Ne sono rimasta scioccata, sul serio, non lo credevo possibile, che siano scrittori bravi non ne ho idea, anche se ho qualche dubbio.
      Non per puntualizzare, ma leggere, come hai detto tu, aiuta la mente ad aprirsi a nuove conoscenze e senza di esse non posso immaginare come una persona si accinga alla stesura di un romanzo.
      Ovviamente ognuno è libero di fare come meglio crede.
      Capisco il fatto di voler tenere separate le due cose, leggere e scrivere, eppure io non ci sono riuscita.
      In modo inevitabile mi sono trovata a leggere con occhi critico e a scrivere con sempre maggior costanza e ossessione.

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