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Intervista a Mathilda Blake. Parliamo delle grandi case editrici.


Intervista a Mathilda Blake.

Parliamo delle grandi case editrici e di un’autrice che merita l’etichetta del termine.



 


Ciao Mathilda grazie per la disponibilità.
 
Allora iniziamo con l’intervista.
1- È vero che le grandi case editrici non prendono in considerazione gli autori esordienti? Accompagna l’affermazione o la negazione con una spiegazione.
 
Mamma mia, no, non è vero. Se un’esordiente ha una bella idea o un bel libro nel cassetto e lo presenta a una casa editrice seria, otterrà sicuramente un contratto! Io sono stata un’esordiente, se vogliamo citare un esempio vissuto direttamente. Ho inviato il mio primo libro, un saggio sugli inviati di guerra, a tanti editori italiani e Mondadori mi rispose che era un progetto interessante ma non era nelle loro corde. E questo non perché ero esordiente, bensì perché erano temi sul giornalismo di indagine che loro non trattavano. Tuttavia, quel libro è stato comunque pubblicato da una CE medio grande e grazie al contatto a cui lo avevo mandato in Mondadori, ho iniziato a collaborare con loro - e su un libro di de Crescenzo, cominciando una collaborazione importante con la varia Mondadori.
 
2- Quali sono gli elementi che caratterizzano un buon romanzo?
Il cuore. Deve avere una trama avvincente, certo, ma se fa emozionare, sarà un ottimo romanzo.
 
3- A quanto mi è dato di capire hai pubblicato prima per Piemme e poi per Mondadori. Mi spieghi come è successo? In entrambi i casi.
Ho pubblicato prima per Mondadori., in realtà Ho proposto un saggio di mantenimento dei sauri nella collana 100, che erano piccoli manuali dal giardinaggio ai minerali. Non esisteva nulla sui rettili a 4 zampe e io ero una grande appassionata. avevo un’iguana e 2 gechi del madagascar. E’ stato quello il mio primissimo libro con Mondadori pubblicato con il mio vero nome Mathilde Bonetti. Poi, un paio d’anni dopo, è arrivato un libro per ragazzi. Io già traducevo romanzi per Mondadori, quindi era normale fare proposte per le varie redazioni… Ecco, è successo così. Stessa cosa per Piemme. Avevo un progetto per bambini in Sperling, con cui avevo pubblicato alcuni libri fotografici (Ti adoro perché…, Soffici carezze, Ho occhi solo per te). Però Sperling non aveva una redazione "ragazzi", quindi mi hanno dirottato loro in Piemme - il Battello a Vapore, che invece è famosissima per la letteratura per ragazzi. Ecco com’è approdata lì La Gatta Magica, che poi è diventata una serie seguitissima
 
4 - So che hai lavorato come giornalista, secondo te cosa cambia rispetto al fare l’autrice?
sono due mestieri diversi: nel primo c’è l’immediatezza della notizia da dare, nel secondo c’è un romanzo da sviluppare. Ma si tratta sempre di scrivere una storia, quindi alla fine cambia il tipo di narrazione, ma non la sostanza. Naturalmente l’autore se ne sta comodo a casa nella maggior parte della stesura mentre il giornalista prima di scrivere va "sulla notizia" o nel luogo dove accadono i fatti.
 
5 - Qual è il genere prediletto da Piemme e quale da Mondadori?
 
Pubblicano entrambe tantissimi generi diversi…
6 - Lavorare come lettrice all’interno di una casa editrice: cosa significa? Quali sono le mansioni e gli aspetti tecnici? C’è un compenso per questo tipo di lavoro? I requisiti per effettuarlo?
 
sono cambiate molte cose ed è un lavoro che non faccio più da anni… Non so nemmeno se esista più a figura del lettore di prima battuta: colui che leggeva il materiale inedito inviato dagli autori esordienti… Quando lo facevo, veniva retribuito, certo, a lettura. Dovevi fare un riassunto dell’opera e ’are un giudizio, che però aveva dei punti di riferimento precisi. Se il libro superava i requisiti richiesti e piaceva al lettore in prima battuta, passava all’editor interno della casa editrice (diverso dalla persona che fa editing, ovviamente. - spesso la gente si confonde). Però è passato molto tempo dalla mia ultima lettura quindi non sono a persona indicata per rispondere. :-)
 
7 - Quali sono le procedure da seguire prima dell’uscita di un romanzo?
 
Lasciarsi emozionare? Esatto. Niente altro! Quando il libro è andato in stampa - di solito un mese prima dell’uscita -bisogna solo aspettare!! Ed è l’attesa più lunga!!
 
8 - Come vivi "l’imposizione" dei criteri appartenenti a determinate collane?
Come una regola necessaria alla collana: se ti piace e vuoi pubblicare lì, la segui. Di solito queste "imposizioni" riguardano le scene di guerra, di violenza, di sesso o di droga. Per dirne una, in un romance non metti scene di violenza fisica: non avrebbe senso per il genere che ricalca la letteratura femminile dei primi 900 e prima ancora dell’Ottocento Regency / vittoriano. Non capisco perché tanta gente polemizzi su questa cosa. Mi rivolgo a loro con uno spunto di riflessione.
Ribaltiamo i ruoli. Siete voi l’editore. Pubblicate roba per bambini. Arriva un autore che vuole scrivere per voi. Vi propone un romanzo bellissimo sulla guerra in Crimea. Da adulti. Se siete un editore serio, riconoscendo il merito di questo autore, lo indirizzate alla giusta redazione o a un editore per adulti per il suo romanzo di guerra e gli chiedete una cosa per bambini, con delle linee guida precise, perché volete che lavori anche per voi. Se l’autore dice picche, è una scelta sua: pubblicherà il suo libro di guerra mentre poteva pubblicarne due se solo avesse avuto l’umiltà di seguire le vostre "imposizioni" di editore kids Non vi pare?
 
9 - Sii sincera: si può vivere scrivendo? Non un guadagno eccessivo, ma al pari di uno stipendio medio?
 
Non in questi anni, a meno che non integri il lavoro traducendo e facendo da ghost
 
10 - Com’è il rapporto con gli altri autori di queste grandi case editrici? Si riesce ad andare d’accordo?
 
Gli autori lavorano a casa… è davvero difficile incontrarsi. L’unica autrice che conosco (a parte le self di Facebook) è una mia amica, che però era mia amica molto prima di diventare autrice. Con lei vado d’accordissimo!! Spesso lavoriamo insieme e ci editiamo i romanzi a vicenda prima della consegna.
 
11 - Vent’anni fa era più facile entrare come autrice in una di queste case editrici? Oppure non è cambiato nulla?
 
Era sicuramente più facile.
 
12 - Cosa ne pensi del calo di lettori in Italia? Come lo spieghi?
 
E’ un discorso lungo. C’è un appiattimento culturale pazzesco e i social non aiutano perché sottraggono alle masse tempo per la lettura. Si sta vivendo la stessa crisi che si era vissuta con l’avvento della televisione.
 
13 - Come si diventa scrittore di un best-seller?
 
Non c’è una regola se non… vendere! Tutto può diventare best seller, dalla scemata più terra a terra - e non cito tutto ma ce ne sono tanti!! - al libro impegnato. E’ come l’onda giusta per i surfisti. Fatalità, Destino. Fortuna.
 
14 - È meglio pubblicare all’estero o qui in Italia?
 
All’estero sicuramente: si vende molto di più.
 
 
 

Grazie a Mathilda Blake.

Autrice: "L'irresistibile" e "L'indimenticabile" per la collana Mondadori Passioni! 😚😚😚

 

Nota autrice

Chi di voi ha vissuto un'esperienza simile e vuole condividerla? ^_^


Commenti

  1. Che bella intervista! Davvero illuminante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Stefano.
      Concordo appieno, poiché anche per me questa intervista è stata motivo di scoperta e riflessione. ☺️

      Elimina

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