Passa ai contenuti principali

Scrivere Guest Post, si o no?


Scrivere Guest Post, si o no? 

Buon lunedì lettori.

Visti gli argomenti precedenti, ho pensato di mettervi all'occorrente di un altro Guest Post che ho scritto per il blog - Il piacere di scrivere - di Annarita Faggioni.

Quindi dopo quest'esperienza, posso dire che si, è bello scrivere Guest Post per altri blog! 

Annarita è stata così gentile da chiedermi di collaborare con il suo blog, e visto che in quel momento mi frullava in testa un argomento che mi sta ancora adesso molto a cuore, credo sia interessante sapere cosa ne pensate anche voi. 

Articolo dal titolo: " Scrivere una biografia utile per il potenziale lettore ". 

Molti scrittori ad un certo punto della loro carriera sentono il bisogno impellente di scrivere una biografia sulla loro vita, ma è davvero necessario?

Personalmente credo che una biografia debba essere utile al lettore  e di conseguenza l'autore deve aver avuto una vita interessante e stimolante, un qualcosa che posso comunicare un messaggio potente e diretto, altrimenti non ne vedo l'utilità. 

Molte biografie parlano di vite comuni, che forse non comunicano la giusta essenza al lettore.

Ricordo di aver letto Anna Frank e di aver pianto fino ad esaurire le lacrime.

Un altro modo per scrivere un biografia interessante, sarebbe quello di affrontare in essa argomenti delicati e che di solito non vengono presi in considerazione.

Per esempio si potrebbe scrivere una biografia di una malattia, un modo per vincerla e conviverci, molte persone potrebbero riuscire in questo intento, ma quante di loro sanno davvero cosa significa?

Pertanto chi la scrive dovrebbe davvero essere affetto da una tipologia di malattia e quindi scrivendo una biografia, sarebbe di aiuto a tutte le persone che ne soffrono, che non hanno modo di parlarne, che magari si nascondo per vergogna.

Sono sempre dell'idea che la scrittura debba essere un modo per condividere esperienze, idee e pensieri personali, che debba trasmettere emozioni, lasciare un'impronta di se stessi.

Non credo nei romanzi piatti, nelle biografie imposte e senza scopo, non credo nei testi senza messaggio, perché se non si ha niente da comunicare, allora non c'è niente da insegnare e pertanto non credo che la professione di scrittore possa essere adatta a queste persone.

Un altro paradosso lo riscontro spesso in personaggi definiti scrittori, che poi non leggono nemmeno un articolo di poche parole, allora mi chiedo: 

Siete sicuri di voler intraprendere questa carriera?

Perché scrivere non è buttare a caso parole su un foglio, ma un modo per mettersi alla prova, superare i propri limiti, scoprire se stessi tramite una passione e un dono.

Quindi proviamo a pensare al mestiere di scrivere di Stephen King, lui si che insegna davvero qualcosa e che vale la pena di leggere, per quanto riguarda molti altri scrittori, per quanto famosi, non hanno mai scritto delle loro biografie, perché si sono resi conto che non avrebbero niente da comunicare e li apprezzo per questo.

Bisognerebbe sempre farsi un esame di coscienza e prendere atto di chi siamo veramente.

La scrittura aiuta a fare anche questo.

Leggere poi è in correlazione e allo stesso modo, se lo si fa con attenzione e meticolosità, si può scoprire molto da un testo.

Bisogna andare oltre le parole, leggere tra le righe e imparare.

Quindi per concludere, il mio consiglio è sempre quello di scrivere cose interessanti, altrimenti di lasciare stare, purtroppo questa non è una professione che si adatta a tutti.

- Ma perché ho scritto di questo argomento? -

Poiché non ho approfondito il tema nell'articolo che avete letto, vorrei farlo adesso.

Una biografia dovrebbe trattare una vita che possa essere di insegnamento ad altre persone.

O almeno, dovrebbe trasmettere forza per andare avanti, voglia di continuare nonostante i problemi.

Trovo inutile raccontare una vita " normale " che non abbia niente di diverso, o forse, niente di drammatico.

Sono mesi che sto provando a scrivere questa benedetta biografia, ma non è facile, credevo che dopo la stesura di due romanzi, fosse una passeggiata, e invece, sto avendo molte difficoltà.

Perché scrivere ti mette nella condizione di dover scendere a patti con te stesso, non si può scappare da ciò che la mente cela e una volta ammesso, non si può far altro che accettarlo.

Soffro di una malattia genetica sin dalla nascita, e questa è anche la prima volta che lo dico pubblicamente, quindi, per favore, siate clementi.

Vorrei scriverla per aiutare tutte le persona malate come me, per dire loro che si può vivere a testa alta, nonostante tutto e nonostante tutti.

Ma è un'impresa ardua, sono ancora in fase di progettazione, ma chi lo sa?

Forse un giorno riuscirò a portare a termine questo progetto.

- Cosa ne pensate del fatto che bisogna scrivere una biografia solo sia ha qualcosa di importante da dire? Siete d'accordo con il mio pensiero? -

- Oppure credete che non faccia alcuna differenza? - 






Commenti

  1. Scrivere una biografia è una cosa molto personale, io sono riuscita a scrivere dei temi per scuola a suo tempo con molto materiale autobiografico ma è qualcosa che ti mette in una posizione di "fragilità" e in cui chi ti legge riesce a entrarti dentro e lì rimane. A parte essere personale devi metterti in gioco tu per prima e togliere tutte quelle maschere e quei veli, l'armatura dentro cui ti sei nascosta per tanto tempo, e se devo essere sincera per quanto avrei da raccontare non sono pronta a togliere tutto e farmi vedere fino in fondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Samantha;
      Hai sollevato un ottimo argomento.
      Mi hai fatto riflettere, e credo alla fine, di non riuscire a scriverla perché non sono pronta a togliere la maschera.
      Non ancora almeno, in futuro di vedrà.
      Fino ad adesso ho scritto dieci capitoli, ma è anche difficile capire come trovarci una logica, cosa raccontare e cosa no.
      Insomma, una bella impresa.
      Grazie ancora del commento.
      A presto.
      Sharon.

      Elimina
  2. Penso che una biografia debba essere un mezzo per conoscere l'autore però da una parte sono d'accordo con te sul fatto che bisogna avere qualcosa di importante di raccontare anche io sto provando a scrivere la mia^^"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giulia;
      Vero anche il fatto che un autore famoso possa pubblicare un'auto biografia per entrare in contatto diretto con i fedeli lettori, ma questo può accadere solo dopo essersi fatti " conoscere ".
      Per quanto riguarda noi scrittori emergenti, ho si ha qualcosa di importate da dire e da trasmettere, altrimenti consiglio di lasciare perdere.
      Non è facile, me ne sono resa conto anch'io.
      Ed è davvero strano. Insomma, non c'è niente da inventare, eppure, non si sa lo stesso cosa scrivere ... Vero?

      Elimina
  3. Ciao Sharon,
    sono anch'io un emergente e mi definisco raccontastorie e non scrittore. Come te non ho i titoli per farlo eppure non riesco a smettere. E' una passione nata tanti anni fa ed ora che le cime si sono imbiancate posso dedicarci più tempo.
    Ho sempre pensato che scrivere anche un romanzo o una qualsiasi storia, ci mettiamo del nostro: una esperienza, conoscenza, il nostro sapere, il nostro vissuto.
    Ho sempre pensato che questi ingredienti diano alle storie raccontate una maggiore realtà, una veridicità senza la quale diventa piatta e non riuscirà mai a dire veramente qualcosa. Mi è sempre piaciuto pensare, sperare che quello che scrivo possa dare al lettore uno spunto di riflessione.
    Le armature di cui ci vestiamo per vivere in questa società ci rendono invulnerabili da cattiverie inutili, ed ecco che, io penso, sia così difficile sgusciare fuori.
    In effetti se la vita da raccontare non ha niente di straordinario, non vole la pena raccontarla, come le storie che dicevo prima. Ecco che i romanzi spesso raccontano mezze verità, credo, non riuscendo a sgusciare completamente dalla nostra armatura.
    Grazie dell'ospitalità
    Rosario

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Rosario;
      Benvenuto e grazie dell'intervento, é sempre bello sentire un altro parere e potersi confrontare.
      Hai detto una cosa molto interessante, perché scrivere non facendo crollare le barriere intorno alla nostra persona, ci porta di conseguenza a creane una con il lettore. Tagliamo di netto il cordone che lega le nostre emozioni al cuore del lettore. E per il fatto di non avere un titolo di studio, credo, non sia così importante. Sono un'auto didatta e ho sempre studiato da sola. Quindi é importante avere la voglia di imparare e migliorarsi, di accumulare concetti e definizioni, di studiare e informarsi. Il resto non ha importanza. Grazie Rosario per il commento. 😊
      A presto.
      Sharon.

      Elimina

Posta un commento

Se commenti per la prima volta, ti consiglio di:
1) accedere all'account con cui vuoi firmarti
2) ricaricare la pagina
3) solo allora inserire il commento.
Se vuoi rimanere aggiornato sulla conversazione via e-mail ti consiglio di mettere la spunta su "inviami notifiche".
Il tuo parere conta, ma non dimenticarti di esprimerlo!

Post popolari in questo blog

Analisi del racconto " Il cuore rivelatore " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il cuore rivelatore " di Edgar Allan Poe La storia viene raccontata dal punto di vista del narratore di cui non viene specificata l'età, o il nome, le caratteristiche fisiche e nemmeno viene narrato il suo passato, praticamente non sappiamo nulla di questo personaggio o la sua collocazione spaziale e temporale, il protagonista si rivela in rapporto a un'unica attività, condotta in solitudine e in isolamento. Ciò che ho potuto constatare di quest'uomo sono le sue condizioni psicologiche e caratteriali nei momenti salienti del racconto: - Durante il resoconto: Trepida attesa ed ossessionato dall'occhio del vecchio, - Nell'attesa notturna: Ossessionato e irrequieto nel preparare l'omicidio, - Nel momento dell'omicidio: Distaccato e sollevato di aver posto fine al suo unico obbiettivo, - All'arrivo della polizia: Fiducioso e senza nulla da nascondere, - Nei momenti che precedono la confess

Analisi del racconto " Il gatto nero " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il gatto nero " di Edgar Allan Poe " Per il racconto più straordinario, e al medesimo tempo più comune, che sto per narrare, non aspetto né pretendo di essere creduto. Sarei davvero pazzo a pretendere che si presti fede a un fatto a cui persino i miei sensi respingono la loro stessa testimonianza. Eppure pazzo non sono, e certamente non vaneggio. Ma domani morirò, e oggi voglio scaricare la mia anima. " Edgar Allan Poe ci propone questo sensazionale racconto con un esordio sorprendente retrospettivo. La storia è scandita in due segmenti ben differenziali, il racconto sembra ripetere due itinerari simili: dalla felice o quantomeno appagante presenza del gatto alla caduta morale.  Due atti delittuosi segnano la fine dei due segmenti e aprono rispettivamente alla perdita economica conseguente all'incendio dell'abitazione del protagonista e alla sua condanna a morte. Una serie di doppi affiorano nel racconto e con

10 guida: Le macro sequenze e le micro sequenze in un romanzo

Come scrivere un romanzo e comunicare un messaggio: Decimo capitolo - Usare le macro sequenze e micro sequenze per scrivere con ordine e logica -  Ciao a tutti, come è andata la lotta contro lo sconforto? Questa settimana lavoreremo molto sull'azione del retroscena di un romanzo e visto che avete avuto del tempo per pensare e chiarirvi le idee su quello che davvero volete concludere con la scrittura, quest'oggi possiamo affrontare un tema che si collega alla penultima lezione, che trattava la spiegazione delle sequenze.  Una sequenza può essere anche definita macro sequenza e poi divisa a sua volta in una micro sequenza; servono ad avere una visione più ampia dell'intera idea della storia. In breve: le seconde, trattano un evento principale del segmento narrativo in maniera più blanda, ad esempio azioni secondarie; mentre la prima, che potrebbe definirsi anche una semplice sequenza, deve incentrare la narrazione sugli avvenimenti più importanti.

Analisi del racconto " Il pozzo e il pendolo " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il pozzo e il pendolo "  di Edgar Allan Poe Nella prima parte del racconto, il narratore ci informa in modo preciso del succedersi degli aventi che hanno sancito la sua condanna a morte e che precedono il trasporto nella segreta. Le condizioni fisiche e psicologiche del protagonista nel corso del processo, si possono definire in taluni modi: Stanco e rassegnato al suo destino, ma anche, subito dopo la sentenza, incapace di usare appieno le sue facoltà mentali e fisiche; di conseguenza emergono particolari inequivocabili, del tipo: " Le labbra dei giudici ammantati di nero ". Durante la discesa nelle segrete, il protagonista altera momenti di incoscienza ad altri di più chiara percezione. Sicuro fin da subito della meta finale della reclusione, il protagonista prova a stabilire il modo e l'ora dell'esecuzione. Prova quindi ad orientarsi nell'oscurità usando un pezzo del saio che incastra nel muro e p