Sei uno scrittore, ma hai paura di parlare in pubblico?
Il titolo di per sé dovrebbe darvi un'idea dall'argomento che tratterò in questo articolo, ma perché la paura di parlare in pubblico da parte di uno scrittore?
Come molti di voi sapranno non è proprio una cosa naturale per uno scrittore parlare in pubblico, perché tutto ciò che si ha da dire lo si comunica attraverso le parole scritte, ma allo stesso modo è inevitabile dover raccontare a volte ciò che si crea.
Quindi come si fa a superare questa paura?
Non esistono formule magiche, e neppure esercizi di preparazione, ma penso di potervi rincuorare raccontandovi la mia recente esperienza.
Può essere semplice?
Diciamo per così dire!
In questi giorni mi è capitato di parlare in pubblico, per un attimo ho temuto il peggio per la mia stessa sanità mentale e capisco che possa sembrare facile a parole, ma con i fatti è tutt'altra storia.
Parlo quindi a discapito di ciò che credevo e pensavo, finché non ho provato l'esperienza in prima persona, ammetto anche che il sostegno morale non mi è mancato, ma sono riuscita a superare alla grande un timore che avrebbe potuto rovinarmi una bellissima esperienza, e quindi, in base all'ottimo risultato ho deciso di condividere con voi cari lettori la soluzione che ho trovato.
Diciamo per così dire!
In questi giorni mi è capitato di parlare in pubblico, per un attimo ho temuto il peggio per la mia stessa sanità mentale e capisco che possa sembrare facile a parole, ma con i fatti è tutt'altra storia.
Parlo quindi a discapito di ciò che credevo e pensavo, finché non ho provato l'esperienza in prima persona, ammetto anche che il sostegno morale non mi è mancato, ma sono riuscita a superare alla grande un timore che avrebbe potuto rovinarmi una bellissima esperienza, e quindi, in base all'ottimo risultato ho deciso di condividere con voi cari lettori la soluzione che ho trovato.
A dire la verità ho deciso di scrivere questo articolo anche per farci due risate, visto che male non fanno, e più avanti ve ne spiegherò il motivo.
Sono stata selezionata in un altro concorso letterario, e sabato sono andata alla premiazione in una libreria di Milano, peccato che nessuno mi avesse avvisato che avrei dovuto parlare in pubblico.
Potete quindi immaginare la mia reazione quando mi sono resa conto che non sapevo che dire, che non avevo preparato nulla e che avrei fatto scena muta con un'imbecille.
Una reazione da panico paura, non scherzo, ma alla fine è stata solo una reazione dettata dall'istinto di sopravvivenza e dall'abitudine di dover controllare e programmare ogni cosa.
Quando mi hanno chiamata davanti al pubblico per esporre la presentazione del racconto, a parte la camminata da bradipo, sentivo il cuore battere a un ritmo forsennato, come se volesse uscirmi dal petto e mandarmi a quel paese per la tensione che gli stavo provocando.
A quel punto avevo due scelte:
1- Tornare al mio posto con la coda tra le gambe e inghiottita dalla paura.
2- Andare avanti a testa alta e pronta a qualsiasi cosa mi aspettasse.
Come potete immaginare ho scelto la seconda opzione, nonostante le centinaia di occhi puntati sulla mia figura, non che mi sia preoccupata del trucco, al contrario, mi sentivo quasi estranea nel mio stesso corpo, ma quando mi sono girata ad affrontare il pubblico non ho avuto nessuna esitazione.
Mi sono presentata, anche se non lo aveva fatto nessuno, e parlando a mitraglietta ho lasciato che fosse il cuore a esprimere ciò che provavo, e meno male che il secondo prima non gli avevo permesso di darsela a gambe, altrimenti sarei stata fregata.
La mente si è fatta da parte, con tutte le sue paure e insicurezze, lasciando le emozioni libere di venire a galla e mostrare per la prima volta la parte di me scrittrice che ho sempre custodito come un tesoro.
A conti fatti direi che ne è valsa la pena, prima di tutto perché testare i propri limiti aiuta a comprendersi meglio, e anche perché ho costruito un ricordo che mi poterò appresso tutta la vita.
Quindi cari lettori, se siete scrittori e avete questo timore, come è giusto che sia, vi consiglio di lasciare emergere quella parte di voi stessi che vi consente di creare storie e personaggi, la parte fantasiosa e non materiale.
A quel punto avevo due scelte:
1- Tornare al mio posto con la coda tra le gambe e inghiottita dalla paura.
2- Andare avanti a testa alta e pronta a qualsiasi cosa mi aspettasse.
Come potete immaginare ho scelto la seconda opzione, nonostante le centinaia di occhi puntati sulla mia figura, non che mi sia preoccupata del trucco, al contrario, mi sentivo quasi estranea nel mio stesso corpo, ma quando mi sono girata ad affrontare il pubblico non ho avuto nessuna esitazione.
Mi sono presentata, anche se non lo aveva fatto nessuno, e parlando a mitraglietta ho lasciato che fosse il cuore a esprimere ciò che provavo, e meno male che il secondo prima non gli avevo permesso di darsela a gambe, altrimenti sarei stata fregata.
La mente si è fatta da parte, con tutte le sue paure e insicurezze, lasciando le emozioni libere di venire a galla e mostrare per la prima volta la parte di me scrittrice che ho sempre custodito come un tesoro.
A conti fatti direi che ne è valsa la pena, prima di tutto perché testare i propri limiti aiuta a comprendersi meglio, e anche perché ho costruito un ricordo che mi poterò appresso tutta la vita.
Quindi cari lettori, se siete scrittori e avete questo timore, come è giusto che sia, vi consiglio di lasciare emergere quella parte di voi stessi che vi consente di creare storie e personaggi, la parte fantasiosa e non materiale.
Adesso posso dirvi, e farvi vedere perché dobbiamo ridere.
Anche se il discorso è stato accettabile, un piccolo vizio ha rovinato il video che mi è stato fatto.
Sapete qual è?
Ve lo dico con una parola: gesticolare.
Capito?
Dai guardate il video e ridete, anche se la prossima volta potrebbe toccare a voi! ^_^
Vi lascio anche due foto della premiazione già che ci siamo!
Ciao Sharon :) come sempre sono in ritardo di due giorni ^^" nonostante io sia una chiacchierona senza precedenti quando si tratta di parlare delle mie storie tendo a chiedermi a riccio e a parlare a monosillabi. Ho sempre paura di dire troppo così preferisco stringare. Però devo dire che il tuo articolo è veramente interessante e penso che proverò a prendere in prestito qualche consiglio :) complimenti per la premiazione :)
RispondiEliminaCiao Giulia! 😊
EliminaTi capisco, anch'io di solito rendo a essere concisa, ma in questo caso invece le parole sono uscite spontanee. Certo, mi fa piacere se posso aiutarti. Grazie, molto gentile. 😊😊😊
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaComplimenti per la selezione. E' pur sempre un riconoscimento. Ciao
RispondiEliminaCiao Stefano, grazie! Sei sempre molto gentile. 😊😊
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