Passa ai contenuti principali

Recensione - White Lies - di Isabel Del Greco


Recensione - White Lies - di Isabel Del Greco 

Autrice: Isabel Del Greco
Formato:  Formato KindleDimensioni file:  726 KBEditore:  ErosCultura (20 aprile 2018)Numero pagine: 113 Lingua:  ItalianoCosto: 3.99 euro

Trama - White Lies - 


Annalisa è una studentessa-modello, con una famiglia perfetta, un fidanzato perfetto, una vita perfetta. 

Ha solo un problema: vuole di più. 

L’incontro con la misteriosa Rouge, avvenuto in un locale alla moda della movida milanese, le dischiude all'improvviso nuovi e desiderabili orizzonti di trasgressione e avventure erotiche. 

Annalisa scopre in se stessa voglie e appetiti inaspettati, che la inducono a stravolgere la propria vita dalle fondamenta. 

Zittire la propria ragione, abbandonandosi all'istinto, le pare a un tratto l’unica scelta possibile.

Guidata dalla torbida presenza di un insospettabile amico di famiglia, Annalisa scopre così che il sesso va ben oltre i baci rispettosi e le mani ben educate del suo fidanzato. 

Le ragazze di buona famiglia, però, non fanno certe cose, restano sui binari che sono stati tracciati per loro e, soprattutto, dicono sempre la verità. 

Per afferrare la vita che desidera e raggiungere inattese, elevate vette di perversione, Annalisa deve infrangere tutte queste regole, e imparare la sofisticata arte della menzogna. In fondo, sono solo White Lies, bianche, innocenti bugie. O no? 

ADATTO A UN PUBBLICO ADULTO 

Biografia autrice 

- Isabel Del Greco -


Mi chiamo Isabel e, prima che qualcuno lo chieda, la Spagna non c’entra nulla. 

Mia mamma ha sempre avuto il chiodo fisso di Isabel Allende, e mio papà ha sempre avuto il chiodo fisso di non contraddirla. Sono mancina e sono rossa naturale. 

Secondo la Direttrice del collegio che ho frequentato fino a sedici anni, erano due segni della mia inclinazione verso il peccato. 

Il terzo lo scoprii all'ultimo anno delle scuole medie, quando due ragazzini ripetenti avevano cominciato a strusciarsi contro noi ragazze, per farci sentire la prepotenza della loro sessualità nascente. 

Le mie compagne avevano denunciato il fatto alla Direttrice, io me ne ero stata zitta e buona, perché avevo scoperto che mi piaceva da morire. 

Di me stessa, dovrei dire che sono una esordiente scrittrice di porno-rosa, se non fosse per il fatto che di rosa, nelle mie storie, se ne intravede davvero poco. 

Di sesso, in compenso, ne troverete un bel po'… e questa seconda opera che pubblico con Eroscultura ne è la conferma.

Mia recensione


Mi sono approcciata a questa lettura con la mente aperta alla scoperta di un nuovo stile e di un eros piccante che mi intrigava parecchio.

L'incipit ci travolge da subito con la personalità della protagonista, che racconta la storia in prima persona e al tempo presente in un crescente di riflessioni che crea un impatto decisivo e molto forte.

Lo stile di scrittura risulta essere molto scorrevole ed è quasi sempre accompagnato da similitudini e descrizioni specifiche, in questo modo ci si lascia trasportare della storia in maniera diretta e profonda. 

L'uso del discorso diretto accelera la narrazione con un mirato obiettivo, che incentra uno svilupparsi di scene ed eventi. 

La fabula e la trama sono state costruite con parsimonia e logica, così facendo l'intreccio non ha difficoltà a palesarsi e a creare la giusta dose di suspense nella storia. 

Una protagonista che ha molto da comunicare e molto da insegnare.

La sua caratterizzazione si sposa alla perfezione con l'ambientazione che la circonda.

I personaggi secondari non sono solo comparse, ma attori nella storia, che con le loro scelte e decisioni modificano l'andare della narrazione. 

Quel che più ho apprezzato di questa lettura è stato il messaggio che ho percepito tra le righe del libro.

Perché le bugie, anche se dette a fin di bene non trovano mai una scusante?

Questa storia ci fa capire che a volte per comprendere davvero se stessi bisogna avere la forza di rischiare e di scoprire gli strati perfetti che ci siamo costruiti, che la maschera limpida che mostriamo al mondo deve essere tolta per poter vedere cosa cela.

Ma è un male?

Non credo, per come la vedo io, ognuno di noi dovrebbe compiere questo viaggio alla scoperta di stessi, anche a costo di perdersi per strada.

Alla fine solo conoscendo ciò che celiamo nella nostra anima, che sia bianca o nera non ha importanza, possiamo sapere chi siamo e cosa vogliamo dalla vita.

Annalisa ci racconta la sua storia che porta ad un epilogo molto sensato e in linea con i suoi pensieri e le sue azioni.

Se ne sono rimasta sorpresa?

Direi di si, forse, questa lettura ha tirato fuori il peggio della mia personalità e avrei fatto scelte diverse.

Peggiori?

Tutto è possibile.

Per ultimo vorrei solo dire che la scrittura presenta un linguaggio scurrile, che di certo non è adatto a chiunque.

Non dirò altro, se volete scoprire davvero chi siete, perché non leggete il libro? 

Calendario recensioni 





Commenti

  1. Trama intrigante, molto introspettiva, erotismo a parte.
    Da leggere.
    (Nadine)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Nadine, questo romanzo è iniziato come una sfida per me. Era possibile scrivere un erotico che fosse anche un romanzo di formazione? Come bilanciare il sesso con la scoperta di sé? Poi ho pensato che molti di noi conoscono se stessi anche, se non soprattutto, attraverso le proprie esplorazioni sessuali, così ho tentato di scrivere una storia che fondesse assieme questi due elementi. Le vicende erotiche di Annalisa non sono fini a se stesse, ma connesse in modo profondo col suo interrogativo esistenziale. Questo, almeno, era il mio intento. Spero di esserci riuscita, e mi farà molto piacere sapere cosa ne pensi

      Elimina
    2. Ciao Nadine, la sfida letteraria rappresentata da White Lies, per me, era scrivere un erotico che fosse anche un romanzo di formazione. In fondo, molte delle scoperte che facciamo su noi stessi, scaturiscono dalle nostre avventure, e disavventure, sessuali, e dalla riflessione che facciamo su di esse. In White Lies, le esperienze erotiche di Annalisa non sono fini a se stesse, sono un veicolo che la protagonista usa per arrivare al fondo di se stessa e della propria identità in formazione. Questo, almeno, era il mio intento, e spero di esserci riuscita almeno in parte. Mi farà molto piacere sapere cosa ne pensi.

      Elimina
  2. Considerando che il genere erotico lo leggo raramente, questa trama mi incuriosisce molto, perché oltre a trattare di sesso, è molto introspettiva, spinge il lettore a guardarsi dentro e fare i conti con chi è davvero.
    E' un romanzo che sicuramente leggerò.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Nadia!
      Ben approdata in questo strano universo! ^_^
      Si è vero, oltre al lato erotico questo romanzo fa riflettere su molti aspetti che di solito trascuriamo, o che diamo per scontati!
      Se lo leggi fammi sapere cosa ne pensi, magari poi scopri che il lato erotico non ti dispiace! ^_^
      A presto.
      Sharon.

      Elimina
  3. Spunti di riflessione. Nella sua recensione Sharon accenna ad un metaforico levarsi la maschera e scoprire realmente se stessi. Inevitabilmente il mio pensiero é corso a Pirandello, ma a ben guardare molti scrittori trattano e hanno trattato questo tema e tutte le sue diramazioni. É un discorso molto ampio ovviamente che spazia in ogni genere letterario. La differenza tra apparenza e interioritá, il soffocare il proprio io per via della societá e del mondo in cui si cresce, l'incapacità spesso di comprendere i propri veri desideri, o come nel caso della protagonista da come mi é parso di capire, l'essere costretti a mentire agli altri e vivere quasi una sorta di seconda vita per vivere davvero.
    Pensate che sia un tema sempre attuale e che faccia sentire il lettore più vicino al protagonista/personaggio di turno?
    Io credo di si, soprattutto con lo sviluppo anche dei social network dove vige la regola dell'apparenza perfetta e delle maschere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vera, benvenuta!
      Un ottimo spunto di riflessione.
      In effetti non ci avevo pensato, però credo che questo sia un argomento che attiri molto l'attenzione.
      Però c'è anche da dire che bisogna essere in grado di strutturarlo in modo che non sia scontato e nel romanzo di Isebel non lo è per niente.
      Inoltre lei ha inserito anche la componente erotica ed è stata brava ad amalgamare il tutto senza cadere nel ridicolo!

      Elimina
  4. Un'altra riflessione mi è venuta in mente leggendo l'ultima parte
    Viene menzionato infatti l'utilizzo di un linguaggio scurrile all'interno dell'opera, e ciò potrebbe rendere qualcuno restio a leggerla
    Personalmente io penso che in alcuni generi sia quasi necessario a rendere meglio la storia usare tale tipo di linguaggio. Inoltre rende a mio parere il tutto più veritiero. Non viviamo in un mondo di rose e fiori, le parole di tutti i giorni non sono auliche e perfette, per questo credo che un linguaggio più veritiero avvicini un romanzo alla realtà quotidiana.
    Eppure ancora oggi in molti sostengono che il linguaggio del vero scrittore debba solo essere elevato.
    Mi piacerebbe sapere altri pareri a riguardo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche questa è un'ottima riflessione!
      Posso dirti che concordo con te sul fatto che il linguaggio si debba avvicinare sia al contesto della storia, e quindi essere reale, e che debba anche saper comunicare i pensieri dei personaggi.
      Però per quanto riguarda il linguaggio che si affianca al genere erotico deve di solito essere in linea anche con il genere.
      In questo caso Isabel ha scritto un romanzo erotico e quindi il linguaggio si adatta alla sua storia, ma se prendi ad esempio un Fantasy con sfumature erotiche, il genere che io scrivo, non si può utilizzare un linguaggio spinto.
      Un lettore di Fantasy si può lasciare travolgere dalle sfumature, ma non si aspetta un linguaggio scurrile, al contrario un lettore di solo erotico se lo aspetta eccome!
      Quindi diciamo che anche il genere fa molta differenza. ^_^

      Elimina
    2. Concordo con entrambe, ed estenderei il concetto oltre la questione del turpiloquio. Un romanzo è uno spaccato di esistenza. Vi si incontrano persone diverse, in momenti diversi della loro vita. L'illustre accademico e la guardia giurata, il pittore scarmigliato e lo spacciatore di erba. Ognuno ha un proprio marchio linguistico che va abbracciato e rispettato. E dobbiamo calarci nei loro stati d'animo. Anche una persona molto colta può sbagliare una forma sintattica, se in preda al panico o all'eccitazione. Non possiamo scrivere da lontano, dobbiamo sempre avvicinarci, sentire... solo così il linguaggio può essere autentico

      Elimina
    3. Ciao Isabel!
      Benvenuta sul blog e grazie di essere intervenuta!
      Esatto, bisognerebbe creare il linguaggio in base anche al nostro vissuto, in modo che rispecchi si siamo stati e chi vorremmo essere.
      Perché alla fine la scrittura non è altro che l'estensione dell'autore, in ogni sua parte!
      Certo non è facile, ma niente lo è nella vita, bisogna avere dedizione e passione prima di tutto, e poi una buona dose di pazienza e voglia di mettersi alla prova!

      Elimina
  5. Mi accodo con un po' di ritardo ma sono felice di aver letto questa recensione che mi ha incuriosito.
    Isabel mi sono sempre posta il quesito di cosa comporti essere una scrittrice di romanzi erotici: alle tue prime pubblicazioni ti imbarazzava oppure eri perfettamente a tuo agio? E visto che "White Lies" è un erotico introspettivo, ti ha mai fatto paura esprimere troppe cose di te stessa?
    Sulla scelta del linguaggio scurrile mi esprimo positivamente, sono dell'idea che se si scrive qualcosa di molto realisco spesso sia inevitabile. Magari il tipo di linguaggio cambia di genere in genere, però sono dell'opinione che dipenda tutto da quanto reale sia il nostro scritto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vanessa, e innanzitutto grazie per il tuo interesse.
      Cerco di risponderti nel modo più sincero possibile, anche se, essendo uno pseudonimo, sono una bugia vivente...
      Non mi ha mai messo a disagio o imbarazzato, il sesso, sono onesta. Sono disinibita per natura, mi piace esibirmi ed essere guardata, e il sesso ha rappresentato per me un territorio di gioco e scoperta, privo di tabù o sensi di colpa. Scrivere di una cosa che ho sempre vissuto con tanta gioia e curiosità mi è parso un approdo naturale, anche se intendo scrivere di altro e non limitarmi a questo genere. Diciamo che ho iniziato con qualcosa che mi faceva sentire molto a mio agio, prima di avventurarmi in aree meno conosciute.
      Rispetto all'esporre parti di me, anche questo non mi ha mai imbarazzata. Come detto, sono piuttosto esibizionista, e ho un esibizionismo dell'anima, mi piace mettermi a nudo. Credo che la mia grande forza sia stata sempre quella di non aver fatto nulla, nella mia vita, di cui dovessi vergognarmi, e che mi facesse sentire l'esigenza di nascondermi. Se dovesse accadere, un giorno, forse cambierei... Spero di averti dato risposte soddisfacenti, in caso contrario chiedi pure!!!

      Elimina

Posta un commento

Se commenti per la prima volta, ti consiglio di:
1) accedere all'account con cui vuoi firmarti
2) ricaricare la pagina
3) solo allora inserire il commento.
Se vuoi rimanere aggiornato sulla conversazione via e-mail ti consiglio di mettere la spunta su "inviami notifiche".
Il tuo parere conta, ma non dimenticarti di esprimerlo!

Post popolari in questo blog

Analisi del racconto " Il cuore rivelatore " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il cuore rivelatore " di Edgar Allan Poe La storia viene raccontata dal punto di vista del narratore di cui non viene specificata l'età, o il nome, le caratteristiche fisiche e nemmeno viene narrato il suo passato, praticamente non sappiamo nulla di questo personaggio o la sua collocazione spaziale e temporale, il protagonista si rivela in rapporto a un'unica attività, condotta in solitudine e in isolamento. Ciò che ho potuto constatare di quest'uomo sono le sue condizioni psicologiche e caratteriali nei momenti salienti del racconto: - Durante il resoconto: Trepida attesa ed ossessionato dall'occhio del vecchio, - Nell'attesa notturna: Ossessionato e irrequieto nel preparare l'omicidio, - Nel momento dell'omicidio: Distaccato e sollevato di aver posto fine al suo unico obbiettivo, - All'arrivo della polizia: Fiducioso e senza nulla da nascondere, - Nei momenti che precedono la confess

Analisi del racconto " Il gatto nero " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il gatto nero " di Edgar Allan Poe " Per il racconto più straordinario, e al medesimo tempo più comune, che sto per narrare, non aspetto né pretendo di essere creduto. Sarei davvero pazzo a pretendere che si presti fede a un fatto a cui persino i miei sensi respingono la loro stessa testimonianza. Eppure pazzo non sono, e certamente non vaneggio. Ma domani morirò, e oggi voglio scaricare la mia anima. " Edgar Allan Poe ci propone questo sensazionale racconto con un esordio sorprendente retrospettivo. La storia è scandita in due segmenti ben differenziali, il racconto sembra ripetere due itinerari simili: dalla felice o quantomeno appagante presenza del gatto alla caduta morale.  Due atti delittuosi segnano la fine dei due segmenti e aprono rispettivamente alla perdita economica conseguente all'incendio dell'abitazione del protagonista e alla sua condanna a morte. Una serie di doppi affiorano nel racconto e con

10 guida: Le macro sequenze e le micro sequenze in un romanzo

Come scrivere un romanzo e comunicare un messaggio: Decimo capitolo - Usare le macro sequenze e micro sequenze per scrivere con ordine e logica -  Ciao a tutti, come è andata la lotta contro lo sconforto? Questa settimana lavoreremo molto sull'azione del retroscena di un romanzo e visto che avete avuto del tempo per pensare e chiarirvi le idee su quello che davvero volete concludere con la scrittura, quest'oggi possiamo affrontare un tema che si collega alla penultima lezione, che trattava la spiegazione delle sequenze.  Una sequenza può essere anche definita macro sequenza e poi divisa a sua volta in una micro sequenza; servono ad avere una visione più ampia dell'intera idea della storia. In breve: le seconde, trattano un evento principale del segmento narrativo in maniera più blanda, ad esempio azioni secondarie; mentre la prima, che potrebbe definirsi anche una semplice sequenza, deve incentrare la narrazione sugli avvenimenti più importanti.

Analisi del racconto " Il pozzo e il pendolo " di Edgar Allan Poe

Analisi del racconto " Il pozzo e il pendolo "  di Edgar Allan Poe Nella prima parte del racconto, il narratore ci informa in modo preciso del succedersi degli aventi che hanno sancito la sua condanna a morte e che precedono il trasporto nella segreta. Le condizioni fisiche e psicologiche del protagonista nel corso del processo, si possono definire in taluni modi: Stanco e rassegnato al suo destino, ma anche, subito dopo la sentenza, incapace di usare appieno le sue facoltà mentali e fisiche; di conseguenza emergono particolari inequivocabili, del tipo: " Le labbra dei giudici ammantati di nero ". Durante la discesa nelle segrete, il protagonista altera momenti di incoscienza ad altri di più chiara percezione. Sicuro fin da subito della meta finale della reclusione, il protagonista prova a stabilire il modo e l'ora dell'esecuzione. Prova quindi ad orientarsi nell'oscurità usando un pezzo del saio che incastra nel muro e p