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Secondo Umberto Eco esistono due tipi di scrittori


Secondo Umberto Eco esistono due tipi di scrittori 

Precedentemente avevo analizzato " Il nome della rosa " di Umberto Eco e nella postille l'autore ci spiega due tipi di scrittori, quelli che scrivono per il pubblico e quelli che lo creano, ma la vera differenza sta nel testo che realizzano. 

I primi scrivono adeguandosi al mercato, raccontando una storia che i lettori si aspettano, cercando in qualche modi di andare incontro a quelli che già si trovano per strada. 

Un libro scritto secondo un formulario buono per prodotti serializzati, che lavori per formule lo si intuisce analizzando i vari romanzi che ha scritto e rivelando alla fine un testo, che cambiando nomi, luoghi e fisionomie, racconta la stessa storia. 

I secondi progettano un nuovo lettore scrivendo attraverso il testo un modello prescelto e con la speranza che il libro crei molti nuovi rappresentati di questo lettore voluto e perseguito con tanta determinazione e quindi troviamo uno scritto preciso, del tipo " Il nome della rosa " e le cento pagine di scoglio che idealizzano un'iniziazione verso il suddetto lettore. 

In passato non avevo mai prestato la giusta attenzione a questo argomento, scrivendo semplicemente per amore delle parole, ma credo che il pensiero debba cambiare nel momento stesso in cui si decide di tramutare questa passione in un lavoro e allora arriva la parte difficile, capire per chi si scrive e come lo si deve fare.

Forse e dico forse, il fatto di non essermi mai posta un tale problema, fa di me una scrittrice che cerca di crearsi i lettori, o forse ho sempre sbagliato a non dar credito a chi mi leggerà.

In entrambi i casi, ho ragionato molto prima di pubblicare questo articolo, ho fatto delle prove, ho scritto due racconti praticamente uguali.

Il primo pensando ad un target preciso, il secondo pensando ad un gruppo la cui mente sia di larghe vedute e mi sono ritrovata affascinata da una scoperta che non credevo possibile, ma allo stesso tempo lo scoglio me lo sono creata da sola, perché scrivere e costruire un determinato cerchio di lettori vuol dire rischiare di rimanere all'oscuro, con la paura che non venga capito e apprezzato, quindi, qual è il modo migliore per scrivere?

A questa domanda posso solo rispondere che prima di tutto bisognerebbe farlo per se stessi, perché scrivere non è buttare a caso parole su un foglio, ma un lavoro che amplifica la mente stessa dell'autore e che aiuta lo scrittore a rapportarsi con la parte più recondita dell'anima.

Voi per chi scrivete? 

A presto, come sempre la vostra Sharon.






Commenti

  1. Io ho sempre scritto per me prima di tutto, offrendo a chi legge semplicemente il mio essere IO che può piacere come no, ognuno è libero di scegliere se continuare a leggere o meno e le cose cambiano quando siamo noi che cambiamo il nostro modo di leggere la parola scritta. Quindi si può dire che ci sono due tipi di scrittori ma non è del tutto vero perchè esistono infiniti tipi di LETTORI e non ci possiamo concentrare su chi leggerà, dobbiamo concentrarci solo sullo scrivere ed essere disposti anche a non trovare chi sappia leggerci.

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    1. Ciao Samantha;
      Sono d'accordo con te, lo stile di scrittura cambia in base a sensazioni personali ed è anche vero che esistono delle categorie di lettori. Sarà l'argomento del prossimo articolo! ^_^

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  2. Scrivo per il piacere di mettere una parola dietro l'altra poi vedere l'effetto che fa. Lo faccio direa un personaggio di un mio racconto.

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    1. Ciao Stefano;
      Mi piace questa frase e immagino che se la fai dire ad un personaggio vuol dire la storia parla di uno scrittore? ^_^

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    2. Dietro a un quaalsiasi personaggio, in misura maggiore o minore, c'è sempre lo scrittore o una sua parte, una sua emozione o una persona che ha conosciuto.

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    3. Hai proprio ragione!
      Lo scrittore esterna sulla carta tutto ciò che vige nel cuore e nell'anima, è inevitabile. Per quanto si cerchi di rimanere neutrali e creare storie che siano a se stanti, a volte non possibile impedire alle emozioni di prendere il sopravvento!

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  3. Io per me stessa e perché la scrittura per me è una valvola di sfogo. Perché è diventata una cara amica. E ora per i miei lettori virtuali di wattpad e blog

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    1. Ciao Brigida;
      Hai ragione, è giusto che la scrittura sia una valvola di sfogo, credo sia così un po' per tutti gli scrittori.
      A presto.
      Grazie del commento.
      Sharon.

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  4. Scrivo perchè non riuscirei a immaginare la mia vita senza la scrittura, quindi innanzitutto scrivo e lo farò sempre per me stessa. E poi scrivo per chiunque abbia voglia di leggermi e ascoltare quello che ho da dire, indipendentemente dal tipo di lettore. Quello in cui ci siamo imbattuti è un mondo meraviglioso che vale la pena di esplorare fin nella profondità delle sue viscere, sempre e comunque. Un abbraccio.

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    1. Ciao Deborah!
      Che bello sentirti, e hai ragione, un mondo che vale la pena di esplorare fino in fondo.
      Sembra quasi scontato che dopo aver deciso di pubblicare, si speri in uno stile che possa piace a quanti più lettori possibili, ma credo sia così per tutti.
      Un abbraccio, alla prossima.
      Sharon.

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  5. Non credo potrei mai scrivere seguendo le regole del mercato, anzi trovo difficoltà pure a scrivere in base a un ben definito tema, perché mi sembra una limitazione all'ispirazione. Insomma, il piacere di scrivere per me è proprio nel lasciarmi andare alla storia. Però forse è giusto trovare un compromesso, insomma non ignorare del tutto ciò che i lettori amano. Almeno in teoria!

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    Risposte
    1. Ciao Maria Teresa;
      In effetti è un argomento un po' complesso.
      Si scrive seguendo i propri gusti, eppure non si può evitare di tenere conto anche dei lettori.
      Come dici tu, bisognerebbe trovare il giusto compromesso. ^_^
      Grazie del commento, a presto.
      Sharon.

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