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Sondaggio tra lettori e scrittori

Sondaggio tra lettori e scrittori 

In questo articolo vorrei proporre una riflessione sulla differenza di quantità tra lettori e scrittori. 

In questi giorni mi è venuta un'idea strana, parlando con delle colleghe mi è sorto un dubbio che mi è girato in testa per parecchio tempo.

Tutto è partito discutendo dei vari gruppi presenti su Facebook e che in teoria dovrebbero essere dei luoghi, per noi scrittori, per poter promuovere le nostre opere. 

Eppure è risultato che non servono a niente, forse solo a perdere tempo visto che pubblicizzare non è un'attività piacevole e che non sempre si può vivere attacchi al computer. 

Detto questo, è stato automatico chiedermi dove siano finiti i lettori e così ho provato a creare un semplice sondaggio sul mio profilo Facebook chiedendo ai miei contatti di commentare in base a due opzioni: scrittori o lettori e i dati che ne sono usciti sono piuttosto allarmanti. 

Su centosessantotto persone che hanno commentato solo ventinove sono risultati veri lettori e  ovviamente gli scrittori/lettori non sono stati contati.

Perché? 

Semplice, uno scrittore dovrebbe crearsi una nicchia di veri lettori e non sperare nella solidarietà dei colleghi per due motivi:

Uno: lo scrittore che compie il suo dovere a tempo pieno non può leggere con la stessa costanza di un normale lettore, mi sembra ovvio, o no? 

Due: lo scrittore che si crede superiore agli altri non perde tempo a leggere opere altrui e  purtroppo questi individui sembrano spuntare come funghi. Non sembra anche a voi? 

Ora, visto che sono pignola di natura, vorrei cercare di capire come sia possibile che i lettori siano spariti o che si nascondano da noi assidui scrittori. 

Sempre in un post che avevo scritto su Facebook per chiarire il quadro della situazione non sono stata abbastanza esaustiva, nel senso che non mi andava di ripetere le stesse cose e altre le ho date per scontate.

Non trovo strano che un lettore diventi anche scrittore, a patto che il primo abbia davvero il dono della scrittura e che esista già nel suo animo e che la persona non si cimenti in una professione che non gli concerne. 

Non trovo strano che uno scrittore diventi anche editore, a patto che il primo sappia quello che vuole fare e che non mascheri poi la tipografia, o stamperia da casa editrice. 

Inoltre sono rimasta anche basita nell'apprendere che non tutti gli scrittori sono anche lettori.

Ma sul serio? Scherziamo? 

Questi cosiddetti scrittori potrebbero anche trovarsi un altro passatempo e smetterla di credersi chi non sono, sul serio, non sto parafrasando! 

Capisco anche che con l'avvento dell'auto-pubblicazione tutti si sentano degli scrittori e che sia così facile ormai pubblicare un libro in barba al metodo tradizionale, però suvvia, facciamoci un esame di coscienza sul fatto che se più case editrici rifiutano un manoscritto, forse un motivo c'è.

Inutile quindi ripiegare sull'auto-pubblicazione, ma si dovrebbe cercare di capire dove stia il problema. 

Comunque questo è un altro discorso, e ce ne sarebbe da dire al riguardo, però non è di questo che stavamo parlando e quindi: lettori dove siete finiti? 

Si sa anche che l'arte è stata messa da parte per promuovere testi non di qualità, ma che vendano, e sommando tutti questi dati si finisce col domandarsi se ne valga la pena.

So che molti colleghi l'hanno pensato, è normale e mi sento di dire che si, ne vala la pena per chi ci crede davvero e ricordatevi anche che la scrittura è un amore personale e poi se si può e si riesce, potrebbe diventare anche degli altri.

Vi siete accorti anche voi che i lettori si sono eclissati? 

C'è da dire che certi scrittori sono proprio asfissianti, è incredibile come delle persone con cui non ho mai avuto interazione alcuna, si permettano di scrivermi in privato per propormi senza tanti giri di parole il loro romanzo.

Se ciò accade anche ai lettori posso capire perché se ne stanno in silenzio a osservare e non interagiscono.

Stiamo sconfinando nell'esagerazione, Facebook è un social per condividere e conoscersi e pertanto non andrebbe usato a fini commerciali come se fosse un cavolo di negozio dove la svendita è all'ordine del giorno!

Tra l'altro il sondaggio ha creato così scalpore che un ragazzo mi ha chiesto di potermi inserire in un articolo che stava scrivendo, ebbene, non glielo ho rifiutato per curiosità e devo dire che ciò che ha detto è stato molto interessante.

Il mio nome è diventato Man Rovescio, ma poteva andarmi peggio no?

Per concludere, direi che c'è molto da riflettere su ciò che contiene questo articolo, non siete d'accordo?

E non fate quella faccia stranita, so già che qualcuno avrebbe voluto trucidarmi, ma io rido lo stesso! Aciderbolina!

Bella questa parola, potrei proporla alla Crusca, dopo "petaloso" ci sta anche "aciderbolina" --- > Significato blando di un'imprecazione, dal verbo "aciderbolare" il cui contrario è ancora in fase di progettazione.

Suvvia, scherzo, e mi ritiro senza aggiungere altro!

Alla prossima avventura, rimanete sintonizzati.









Commenti

  1. Io sul tuo post avevo commentanto dicendo di essere entrambe: scrittrice e lettrice. Ora faccio una differenza sostanziale nel mio definirmi entrambe e non ne faccio una questione di tempo da dedicarci. Sono scrittrice quando non riesco a smettere di mettere una parola dietro l'altra ed ho imparato a mie spese che è meglio l'auto-pubblicazione ed investire io per prima nelle mie parole. Sono lettrice nei tempi morti, molti di più rispetto a quelli vivi, della scrittura. Sono lettrice quando sento che ho bisogno di riempire quelle pagine bianche avide di conoscenza e sapere che trovi solo tra le pagine piene dei libri. Sono lettrice quando ho bisogno di rifugiarmi dal mondo reale.
    Leggendo questo articolo a questo punto posso definirmi anche un po' editrice perchè aiuto scrittori esordienti proponendomi come beta-reader e questo mi permette di rivedere la grammatica, la punteggiatura o dire se un concetto vada o meno ampliato. Sono io che cerco i libri o nei mercatini sono loro a trovare me e salvarmi.

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    1. Ciao Samantha!
      In teoria gli scrittori dovrebbero essere anche lettori, ma come ho detto nell'articolo non sempre è così.
      Tra l'altro non ho conteggiato i lettori/scrittori perché volevo capire quanti lettori veri avessi tra le amicizie di Facebook e ne ho spiegato anche il motivo.
      Capisco che ognuno scelga quello che più gli conviene e quello che preferisce, però ho letto testi di Self da farmi venire i capelli bianchi.
      Forse e dico forse dovremmo tutti quanti imparare a farci un esame di coscienza ogni tanto.

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  2. Ciao Sharon 😊 in effetti qualche domanda in proposito c'è da farsela. Sotto il tuo post di fb avevo scritto un commento, poi ragionandoci meglio, mi devo correggere. Prima di tutto sono una lettrice. Per la scrittura, devo farne di strada prima di potermi definire scrittrice 😂
    Ritengo scorretto che ci si faccia pubblicità senza un minimo di buon senso. Aggiungere persone, contattarle solo per questo. Non si fa così.
    Non c'è più interesse a farsi conoscere prima come persone, invece che proporsi solo come scrittori? 😐
    L'ho scritto su fb, ma lo scrivo anche qui. Tentare la strada di auto pubblicazione va bene, però credo sia un'esperienza da fare dopo aver imparato qualcosa con le case editrici, quando si ha un minimo di esperienza e la possibilità di sbagliare si riduce 😀
    Certo, ognuno è responsabile per se stesso, ma questo non significa che andare alla cieca sia una buona idea 😅
    Man Rovescio? Divertente direi 😂

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    1. Ciao Sophia!
      Hai posto una bella domanda: farci conoscere prima come persone e poi come scrittori?
      No, non esiste più!
      Infatti prima si dovrebbe tentare il metodo tradizionale per imparare a muovermi in questo ambito e poi solo con le conoscenze adeguate provare il Self.
      Non è solo un fatto di andare alla cieca nell'auto-pubblicazione, ma credersi degni di pubblicazione, quando magari non è così!
      Lo so che è brutto da dire, ma purtroppo lo sai anche tu. Ricordo quel libro in Self?
      Secondo te meritava di essere pubblicato?

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    2. Ehm. Mi ricordo si. Tu sei anche cortese a definirlo libro. Più che altro era una sorta di "diario" 😅 ehm. No, affatto. Aggiungo un'altra opzione. Anche se ci si vuole auto pubblicare, ma un minimo di confronto prima è necessario. Farsi leggere, anche se non si cerca una casa editrice. E' sempre un modo per ascoltare critiche e valutare in che modo migliorarsi 😊

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    3. Non vorrei offendere nessuno, in quanto lo stile è personale e magari ha qualcuno è pure piaciuto, ma si, in quel caso avrebbe dovuto confrontarsi e forse si sarebbe reso conto che non era il caso di auto pubblicarsi!

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  3. Ciao Sharon:) quando ho letto il titolo ho capito che sarebbe stato un argomento ampio...allora posso dire che al tuo sondaggio avevo risposto "scrittrice", anche se leggo parecchio. Tuttavia sono d'accordo con te quando affermi che ora la maggioranza degli autori, almeno quelli che a volte mi capitano sottomano, scrive per fini commerciali, storie che si "vendono" bene, ma che sembrano una la fotocopia dell'altra. Penso comunque che scrivere ad una persona che non si conosce solo per pubblicizzare il proprio romanzo non sia una bella cosa, non sarebbe più interessante intavolare una conversazione, magari cercando di farsi conoscere?
    A me questo fatto di spammare le proprie storie su profili altrui è capitato spesso su Wattpad, tanto che ho scritto nella bio di non spammare più, perché tanto non avrei letto nulla.

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    1. Ciao Giulia!
      In effetti un argomento ampio e anche pieno di insidie!
      Parto dal presupposto che uno scrittore sia anche lettore, che poi non sempre è così, ma non posso fare affidamento su questa categoria.
      Nel senso che uno scrittore dovrebbe crearsi una cerchia di lettori veri, che non scrivano nulla, fuorché il loro nome e solo così si può, passami il termine "vendere".
      Non esiste più farsi conoscere come persone e poi come scrittori, è assurdo, ma Facebook è una ragnatela di persone che girano in tondo senza arrivare da nessuna parte, tutto tempo perso.
      Hai fatto bene a specificarlo nella biografia, anche perché è una cosa snervante, almeno per me! ^_^

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    2. Lo è perché ti senti come obbligato a leggere una storia che magari non ti interessa, almeno io mi sento così. Io non propongo quasi mai il mio romanzo, perché mi sembra di costringere le persone a leggerlo...mi piace ricevere commenti, però anche le critiche, perché so di non essere perfetta ^_^

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    3. A volte mi da anche fastidio perché so che un collega si aspetta che io legga il suo romanzo per solidarietà, ma purtroppo non funziona così!

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    4. Sì infatti, non funziona per niente così...un libro si legge se lo si trova interessante non perché qualcuno te lo chiede

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  4. Sembra assurdo anche a me che scrittura e lettura non vadano di pari passo per qualcuno. E' un po' come voler dipingere ma non amare l'arte. Come dicevo nel mio commento, i lettori "puri" sono ormai una specie rara.
    D'altra parte è vero che su Facebook si fa un po' comunella tra autori o aspiranti tali, quindi il giro di contatti è quasi sempre quello dei colleghi. Viene automatico cercare supporto, ma non è un fatto così scontato, anzi.
    Capisco molto bene anche quello che dici sul Facebook come perdita di tempo, ti dirò in alcuni casi può rivelarsi persino un boomerang. A questo punto resta da capire: ma i lettori puri dove stanno? Se lo scopri fammelo sapere! :)

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    1. Ciao Maria Teresa!
      Scoprire che certi scrittori non leggano nemmeno le etichette dei prodotti del supermercato mi ha sconvolta.
      Ho sempre dato per scontato il contrario, eppure mi sono dovuta ricredere!
      Esatto i lettori puri sono una specie rara ormai e se dovessi capire dove sono finiti, certo, ti farò sapere! ^_^
      Facebook è una ragnatela di persone che girano in tondo senza arrivare da nessuna parte.
      A volte può servire, non lo nego, ma altre volte è una perdita di tempo colossale!
      Che poi mi chiedo: ma questi fantomatici gruppi per scrittori e lettori, ma cosa li creano a fare se poi non c'è interazione?

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    2. Nemmeno le etichette dei prodotti 😂😅
      Uhm. Mi è sorta adesso una domanda: Chi è un vero lettore, con gli anni può smettere di dedicarsi alla lettura? Oppure è impossibile che smetta?
      Riguardo alla questione di interagire. Forse è come quelli che ti cercano in privato solo per pubblicità 😅

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    3. Alcune mie clienti erano lettrici accanite, ma con il passare degli anni, colpa anche dei problemi alla vista, fanno fatica a leggere un libro per qualche ora di fila. Spero non capiti anche a me, non posso immaginare la mia vita senza la lettura!
      Quelle sono le persone peggiori e pure fastidiosi!

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  5. Ciao Sharon,
    non pratico fb, tuttavia un'idea di dove sono finiti i lettori me la sono fatta: sono in via d'estinzione. :)
    Personalmente, senza voler essere catastrofista, penso che uno/a scrittrice non può prescindere dall'essere lettrice/ore. Diciamo anche un'altra realtà, nel nostro Paese non c'è mai stata una grande cultura del leggere. Non lo dico io, ma i sondaggi per i quali lo Stato spesso promuove delle campagne pubblicitarie. La scuola in questo senso è "latitante". Propone un solo libro per le vacanze estive e poi non hanno il tempo di commentarlo al rientro.
    Per l'auto-pubblicazione e non servirsi di una casa editrice, ho avuto un'esperienza non molto piacevole. Per pubblicare la mia prima storia volevano una bella cifra. Contattata telefonicamente hanno dimezzato la mia partecipazione alla stampa. Ho rifiutato di pagarmi la pubblicazione. Mi è stato poi riferito da amici che col denaro versato avrebbero stampato solo le copie da me acquistate senza promuoverlo...
    Ohh... scusate, io non sono uno scrittore, ma solo un raccontastorie, quindi nella discussione non centro niente. :) Sono però un lettore di classici e moderni da cui è difficile staccarmi.
    Grazie
    Rosario

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    1. Ciao Rosario e benvenuto nel blog! ^_^
      Anch'io ho sempre dato per scontato che uno scrittore fosse anche lettore, eppure ho scoperto il contrario e come sia possibile non ne ho proprio idea!
      Appunto in Italia la cultura è poco favorita, in qualsiasi ambito e la letteratura ormai non viene nemmeno insegnata nelle scuole.
      Le stamperie mascherate da case editrici sono fastidiose, e creano non pochi problemi a chi è inesperto. Può capitare a tutti, purtroppo e mi dispiace tu abbia dovuto vivere un'esperienza simile.
      Anch'io racconto storie, quindi sei in buona compagnia, ma prima di tutto, come hai detto tu, sono una lettrice accanita e onnivora. ^_^

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  6. Ciao Sharon, la percentuale lettori/scrittori secondo me è differente in base al profilo. Io prima di entrare nel tuo gruppo non conoscevo (e quindi non avevo fra le amicizie molti scrittori) ma ho sempre avuto qualche lettore. Il genere di lettori purtroppo è da sottolineare: hanno sempre letto i racconti sul mio blog, e scaricato i miei ebook quando ho fatto promozioni gratuite ma quando si tratta di acquistare, sono per i libri commerciali e pubblicati con le grandi CE come Mondadori o Feltrinelli. Mi spiace dire che si tratta di lettori che non hanno idea dell'esistenza del mondo degli scrittori esordienti (e nemmeno vogliono interessarsene).
    Per quanto mi riguarda nell'ultimo anno sono stata più scrittrice che lettrice, sia per questioni di salute ma anche perché odio leggere a spezzettoni (piuttosto che prendermi dieci minuti per leggere, preferisco rimandare a quando posso stare un'ora o due su un libro) mentre scrivere anche solo per due minuti riesce comunque a rilassarmi o perlomeno mi lascia un'adrenalina che tiene la mente in fibrillazione :D
    Per me la cosa assurda è che ci siano degli scrittori che dicono di non leggere! Una cosa inverosimile ai miei occhi, anche perché leggere molti libri aiuta a migliorare il proprio stile e la propria grammatica.

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    1. Ciao Vanessa!
      In effetti aprire il blog e il gruppo mi ha dato la possibilità di conoscere molti colleghi e altrettanti libri interessanti.
      Per quanto riguarda i lettori hai detto bene, non sanno dell'esistenza degli autori esordienti.
      Certo è una cosa assurda che molti scrittori non siano anche lettori e non lo credevo possibile, invece mi sono dovuta ricredere.
      Come hai detto tu leggere aiuta a migliorarsi, quindi non capisco come sia possibile e sarei curiosa di leggere un libro scritto da questo pseudo scrittori! ^_^

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  7. Ciao Sharon io sono lettreci scrittrice no perché non ho mai pubblicato nulla scrivo online come tu ben sai.

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. "Due: lo scrittore che si crede superiore agli altri non perde tempo a leggere opere altrui"

    E sbaglia: qualsiasi artista è sempre frutto dei maggiori suoi! Che se ne renda conto o no. Non vorrei parlare di me, ma per farti un esempio uno dei miei primi racconti "Sogni proibiti" - che parla della vendetta di un ladro di appartamenti nei confronti di un giudice che l'aveva condannato - mi fu ispirato da un racconto del caro Graham (Greene) che puoi trovare anche in rete: http://blackoutbenedetti.weebly.com/uploads/1/4/2/6/14263191/i_distruttori.pdf. Col mio non ho certo voluto scopiazzare il grande scrittore Britannico più volte proposto per il Nobel: ho solo elaborato diversamente un ormai irriconoscibile idea di base (la vendetta e la distruione); ne è uscita una cosa completamente diversa. Certo Graham scrive meglio di me ma non lo invidio: io non vorrei essere lui: io sono io... e mi basta. Un altra cosa che mi è piacevolmente capitata è che - dopo averne scritti alcuni, ho trovato che i racconti dell'irlandese William Trevor evocano e descrivono situazioni simili a quelle di certi miei racconti; a parte che ho scoperto questo autore DOPO aver scritto i miei, non vuol dire di sicuro che l'abbia scopiazzato: significa soltanto che le nostre sensibilità e il modo di condiderare emotivamente i fatti del mondo sono simili. Allo stesso modo che i racconti della statunitense Lucia Berlin ("La donna che scriveva racconti" Bollati Boringhieri) dimostrano una sesibilità e una scrittura simile a quelli di Ray(mond) Carver ma lucia NON E' Carver, ha avuto esperienze diverse e le ha elaborate e descritte poi in maniera diversa. Diceva il pittore americano Edward Hopper: "Great art is the outward expression of an inner life in the artist, and this inner life will result in his personal vision of the world."

    Chi non legge e si limita a scrivere rischia poi di grosso di scrivere dei doppioni, di sviluppare idee trattare tematiche già sviluppate e trattate (e magari meglio) da altri.

    E concludo citando il caro Oscar (Wilde) che con la sua consueta raffinata ironia chissà dove ha scritto che

    "Tutti possono scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una completa ignoranza della vita e della letteratura"

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    Risposte
    1. Ciao Stefano!
      Purtroppo conosco scrittori esordienti che non leggono le opere dei colleghi e scrittori che non leggono affatto.
      Non so come questo sia possibile e come dici, c'è il rischio di copiare un'altra storia, eppure in base al piccolo sondaggio che ho creato sono pervenuti questi dati.
      Adoro Oscar Wilde! e hai scelto una della citazioni che preferisco.
      In effetti anch'io mi trovo in sintonia con Edgar Allan Poe per quanto riguarda lo stile, ovvio che non copio i suoi scritti, ma lo schema che usa mi aiuta a migliorarmi.

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  10. Sì, dicevo, rischiano di copiare e magari neanche in tacita malafede e senza volerlo: sembra loro di avere un'idea originale e non avendo letto molti libri (non solo di colleghi viventi ma anche di classici, di autori ormai da tempo defunti: gli "amici" li chiama Virginia Woolf) e, quindi, rischiano davvero di -sempre che gli editori - in ogni caso per motivi di tornaconto - li abbiano pubblicati - di trovarsi la recensione/stroncatura dove viene svelato che quella brillante idea che voleva essere originale e nuova era già stata sfruttata dal tal autore di qualche secolo fa, magari, nel suo libro.... ecc.
    Qualsiasi scrittore quando riesce a pubblicare, dovrebbe avere l'umiltà di tener presente di essere l'ultimo arrivato che propone i suoi scritti alzando timidamente la mano "anch'io ho qualcosa da dire!", "Be' dillo, ti ascoltiamo" e, con ogni probabilità, saranno i maggiori suoi a farlo, di certo più disponibili degli editori.

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