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Giovanni Ardemagni - Il camaleonte equilibrista -



Rubrica settimanale degli scrittori 

Buon mercoledì cari lettori, come di consuetudine vi presento l'autore di quest'oggi della rubrica settimanale inerente alla presentazione di scrittori e delle loro opere. 

Giovanni Ardemagni e la sua biografia:

Giovanni nasce e cresce a Stabio, Cantone Ticino Svizzera, 
 il 2 Marzo 1959. 
Ama la lettura, la scrittura. il teatro e il mare che sa di mare e l’amicizia che sa di amicizia, e la donna che sa di donna.

“Il camaleonte Equilibrista – Osteria con alloggio – è il suo primo viaggio letterario. 
Terminato nel mese di gennaio 2016 e terminato di stampare nel mese di aprile 2016. 
E’pubblicata in self pubblishing, e viene accolto da molte recensioni positive. 
La casa dei ciechi di Lugano fa lui dono della traduzione in braille.  
Giovanni lo considera il premio più grande. 

Giovanni si muove tra una presentazione all’altra (di solito accompagnato da un amico chitarrista che esegue qualche brano citato nel romano). 
Qualche concorso qui e la tanto per farsi conoscere se possibile.
Giovanni pubblica un secondo lavoro breve, indirizzato ai ragazzini ma anche agli adulti. 
Il lavoro viene premiato con un contratto editoriale.  (Giovannelli edizioni). Il Titolo: Pacco Felice.

Sta lavorando a un terzo romanzo di tutt’altro genere che sarà pubblicato fra poco.
Studia presso la scuola Interpreti di Zurigo quale traduttore. per Italiano, 
Tedesco francese e Inglese. 
Tuttavia tutta la sua carriera professionale lo vede in posizioni manageriali presso Corrieri internazionali. Ricopre la funzione di CEO per Poste Svizzere in Italia. 

Da poco è consulente indipendente sia per processi di coaching sia per corsi di formazione sia per consulenze nel campo della logistica.
Giovanni ama Baudelaire, Bukowski, ma tantissimo Gianrico Carofiglio e Andrea Vitali. 

Ma ha un rispetto enorme per tutti quei autori che non hanno mai trovato un editore e continuano nel loro lavoro perché come diceva Bukowski, “occorre tenersi stretto chi ti ha notato quando eri invisibile”.

Due parole in merito al racconto:

Immaginiamo che arrivati a un certo punto della nostra vita si abbia voglia di fermarci e guardarci dentro davvero. Capire quale occasioni abbiamo creato e buttato, quali rischi ci siamo assunti, Cosa portiamo dentro di noi come aspetti forti e quali aspetti veramente deboli. 

Ora Immaginiamo che, un giorno, uno strumento usato in ambito decisionale/progettuale, che raggruppa punti forti (Strenghs), punti deboli (Weakness), rischi (Threaths) e opportunità (Opportunity), uno strumento chiamato analisi swot*, prenda vita e che i suoi quattro “punti” si trasformino in quattro amici di lunga data.

Quattro amici cresciuti in un paesino di confine, tra un pallone da calcio di cuoio cucito, innamoramenti innocenti, gelosie e sacchi di iuta usati dai contrabbandieri o, quando oramai quasi da buttare dal troppo contrabbando, “adottati” dai ragazzini per le loro folli corse. 

Poi, ognuno va per la propria strada, e dopo trentacinque anni si ritrovano, per caso, in una terra ricca d’intimità, buon cibo e buon vino. Le Marche.
Immaginiamo, ancora, che si vivano, si confrontino, si ascoltino, in sintonia come un tempo.
Immaginiamo, infine, che sorprendentemente si scoprano e si completino.

È andata proprio così. Weaky, Strenghy, Oppy e Threaty si sono incontrati, casualmente, lontani da casa e dalle proprie abitudini. Si sono presi in giro. Soprattutto si sono ascoltati davvero e si sono voluti bene. Davvero.
Assieme hanno guardato oltre. 

è stato come avessero attraversato una strada e, nonostante i pochi metri percorsi, si fossero sentiti come partiti per un paese lontano, come se stessero vivendo quell’intensa curiosità, una curiosità da condividere con chi avrà voglia di sbirciarne le emozioni e di viverle insieme a loro. 

Quella stessa curiosità che ci fa capire quanto sia giusto fermarci, fregandocene di quello che sta succedendo e che prova ad abbatterci quotidianamente. Fermarci e guardarci attorno. 
Con attenzione.
Hanno cercato di riconoscere il gioco della bilancia. 

Essere solo capaci di soffermarsi ad ammirare la sabbia deposita sul fondo di un’ampolla di una clessidra e pensare al trascorso, al vissuto, senza immaginare la rotazione quasi naturale, quasi scontata della clessidra, e gli effetti scatenanti, anche se magari logici. 

Hanno cercato di farlo, senza però riconoscere che il mio passato era lì e che avevano la grande opportunità di girarlo sottosopra. Di capovolgerlo.

G, l’oste, era lì. Li ha ascoltati quei quattro amici e ha capito qualcosa di molto importante:
- che restare in equilibrio non significa “restare a galla”;
- che cadere non significherà mai “sprofondare”;
- che un camaleonte* non sarà mai un pappagallo isterico;
- che non serve uno specchio per guardarsi e per vedersi.

G. si è ritrovato lì, con loro, nella sua osteria con alloggio.

Io sono G.

Fine presentazione!

Personalmente trovo questo autore in gamba e preparato nel suo campo, un uomo che ha molto da comunicare con i suoi scritti e pertanto lo consiglio vivamente a chiunque abbia voglia di leggere qualcosa di nuovo, che vada oltre le parole.
Qualcuno di voi è a conoscenza di questo romanzo?
Se così fosse, sarebbe gradita un'opinione in merito!



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