Analisi del racconto " Il crollo della casa degli Usher "
di Edgar Allan Poe
Ed eccoci di nuovo insieme con un altro racconto di Edgar Allan Poe, chi di voi lo conosce, o ha letto una storia di questo supremo poeta americano?
Innanzitutto vorrei esprimere la mia personale impressione di questo straordinario racconto, che tra l'altro ho letto in una mattinata grigia e cupa, di cui le nuvole erano dense e opache, forse volevano illuminare la strada del racconto che stavo per scoprire, o forse, proprio come il protagonista di esso, mi sono sentita incantata dalla superstizione dell'atmosfera funebre della casa degli Usher.
Il racconto inizia con l'arrivo del personaggio proveniente da un luogo remoto del paese, lasciatosi alle spalle un mondo la cui concretezza civile, sociale, geografica non è neppure accennata, il narratore arriva alla casa degli Usher.
Esso ci trasporta immediatamente nel mezzo degli eventi, come se la vita del narratore iniziasse nel punto in cui egli arriva nella dimora, stanco del viaggio a cavallo tra un paesaggio dalle nubi basse e dalle acque stagnanti.
Solo in seguito vengono brevemente chiariti i motivi che hanno portato il narratore alla casa degli Usher.
Come in molti racconti di Poe, gli ambienti non vengono rappresentati in modo oggettivo ed ordinato da un narratore che sa tutto ( onnisciente ), ma sono legati al punto di vista di un narratore interno alla storia, frutto delle sue impressioni.
Situata in prossimità di uno stagno nelle cui acque immobili si riflette e si sdoppia, casa Usher,
" appellativo che racchiude tanto la casata quanto il maniero ", suscita nel visitatore un misterioso e immotivato senso di oppressione.
L'antica magnificenza del luogo, l'esercizio di un potere, la presenza della forza militar, sono diventate tracce irrilevanti di un lontano passato.
Spicca così il malinconico della decadenza: il luogo è degradato, nelle sue pareti sgretolate avanza una fitta vegetazione.
Celibe, ultimo erede di una famiglia antichissima che non ha mai avuto rami collaterali e si è sempre tramandata in linea diretta, minato e in questo simile alla sua casa, da un male impreciso che lo irretisce in un alternarsi di stadi depressivi e ansiosi, Roderick Usher attende la morte imminente della sorella Madeline, soggetta a crisi di catalessi.
Il proprietario del maniero ha tre particolarità morali, in armonia con il suo aspetto fisico: le sue doti artistiche di musicista, di pittore e di poeta si esprimono in opere sorprendenti e bizzarre; una straordinaria acutezza dei sensi che gli rende dolorose le più banali sensazioni e gli permette di captare stimoli troppo tenui per essere avvertiti dall'uomo comune, è anche un sensitivo eccezionale, che lo fa accedere non solo alla vita segreta del mondo vegetale, ma, in alcune circostanze, anche a quella della materia bruta.
Per tutto il soggiorno in casa Usher del narratore, Madeline non appare mai chiaramente, né mai si intrattiene a conversare; soltanto in un caso si percepisce di passaggio la sua presenza.
Il suo stato di salute è riferito al narratore dal fratello e la sua morte è raccontata bruscamente dallo stesso, qualche tempo dopo.
Ella insomma e il suo stato di catalettica sembra confermarlo, vive in una dimensione irreale.
Quasi incorporea, Medaline sembra costituire col fratello gemello un unico essere, malato nel corpo e nello spirito.
Chiamato nella casa a tenere una investigazione psicologica che porti razionalità nelle intricate vicende degli Usher, il narratore è risucchiato dall'atmosfera della casa e non riesce a mantenere un atteggiamento razionale.
L'ambiente esercita sull'io narrante una forte suggestione e lo immobilizza in un sentimento angosciante.
Incapace di opporsi razionalmente all'atmosfera dei luoghi e dei personaggi, il narratore da possibili investigatore e risolutore dei casi di Roderick, diventa così testimone - spettatore passivo che a poco da contrapporre alle costrizioni psicologiche del luogo.
Ben presto il narratore si convince che ogni suo sforzo di restituire a Roderick la salute sarebbe stato vano, così la sua interpretazione dei fatti osservati conferma in sostanza la visione che Roderick Usher si è formato del proprio destino.
Dopo aver precisato con informazioni dettagliate l'ora, la data, il luogo, il narratore ci fornisce altri particolari sul suo arrivo alla casa degli Usher: infatti viene accolto da un domestico che si prende cura del suo cavallo e da un valletto che silenziosamente lo accompagna nello studio di Roderick Usher.
Questi particolari, che non presentano un'importanza decisiva nello svolgersi del racconto, servono ad indicare la narrazione nella realtà spaziale e temporale, fornendo con dovizia di particolari un quadro attendibile e veritiero.
Contemporaneamente alcune allusioni colpiscono l'attenzione, si pensi, ad esempio, al senso di malinconico abbattimento che dà la vista dell'edificio, al percorso dall'atrio allo studio con le fosche tappezzerie, i trofei allucinati. le armature che vibrano con secco rumore metallico.
In questo modo il lettore si trasporta in continuazione dalla realtà della vicenda all'irrealtà delle impressioni e dei presagi che si insinuano a sprazzi fino al momento del culmine: il ritorno alla vita di Lady Madeline.
Questo piano di particolari e di presagi, che mantengono alta la suspense del racconto, non introduce un'esitazione naturale - sovrannaturale in quanto la possibilità del sovrannaturale, data essenzialmente dalla comparsa di Madeline e dalla caduta della casa, è spiegata con precisione dal narratore facendo riferimento a motivazioni razionali.
L'angoscia che genera dal racconto non nasce dalla rappresentazione diretta, esterna del terrore, ma nasce dalla rappresentazione psichica, interna al protagonista, malato di paura.
Il protagonista è causa, attore principale del suo dissolvimento, non è vittima soccombente dinanzi a pericoli esterni.
Nella casa Usher il punto di maggiore terrore - Madeline che risorge - non è dato dalla rappresentazione diretta, attraverso la descrizione dell'uscita della bara e dalla rottura delle catene o dal chiavistello, ma il terrore è rappresentato dalla descrizione psichica, collegata ad un avvenimento parallelo: la lettura del testo di sir Lancelot.
Terrore quindi non dato dalla descrizione degli avvenimenti terrificanti, ma dall'analisi psicologica di quel sentimento nei personaggi.
Cosa ne pensate di questo stupendo racconto?
Vi è piaciuto e siete d'accordo con la mia analisi, oppure voi avete percepito altri particolari che a me sono sfuggiti?
A presto, come sempre la vostra Sharon.
Commenti
Posta un commento
Se commenti per la prima volta, ti consiglio di:
1) accedere all'account con cui vuoi firmarti
2) ricaricare la pagina
3) solo allora inserire il commento.
Se vuoi rimanere aggiornato sulla conversazione via e-mail ti consiglio di mettere la spunta su "inviami notifiche".
Il tuo parere conta, ma non dimenticarti di esprimerlo!