Scrivere un romanzo e comunicare un messaggio:
Ventottesimo capitolo
- Come scrivere il finale di una storia -
Quest'oggi parleremo di come scrivere il finale di un romanzo, che in teoria in merito ai vostri approfondimenti e gusti individuali dovreste aver scelto, anche se diciamo che non c'è un metodo preciso e stabilito per trattare quest'argomento, personalmente preferisco lasciare che siano i personaggi a scegliere.
La storia inizia, si svolge, continua e continua e poi è essa stessa che decide come concludersi, non siamo noi gli artefici di una tale liberazione, non ci appartiene.
Quando ti immergi nella psiche del protagonista e cerchi di fonderti con il suo carattere, con il suo modo di vivere, con le sue abitudini, è proprio in quel momento che si perde totalmente il controllo sulla storia.
Non pensate che sia un male, al contrario, lasciare che essa segua il corso del tragitto in base alla struttura, è cosa naturale, sarebbe un finale vero e non costruito.
Purtroppo chi scrive ha una grande responsabilità verso chi legge, pochi lo comprendono, ma non possiamo lasciare che questo pensiero blocchi la nostra coscienza, perché prima di tutto dobbiamo farlo per noi stessi.
Chi possiede questo dono comprende appieno il bisogno di scaricare le parole, altrimenti esse si accumulano, ti consumano e ti logorano.
Le prime volte che scrivevo lo facevo solo in momenti di input, imbrattavo pagine su pagine di tutto quello che mi veniva in mente, ma alla fine non c'era un solo filo logico che potesse essere chiamato storia.
Con gli anni e la pratica ho appreso la divisione delle sequenze e delle tematiche da affrontare, ma nemmeno così va bene, una storia costruita passo per passo senza un solo avvenimento dettato dall'input farebbe perdere emozione al testo.
Bisogna imparare a usare entrambi i metodi, se riuscirete a lavorare sia con il cuore che con la mente, secondo me avete già vinto.
Le battaglie personali sono quelle che coinvolgono maggiormente e a cose concluse, sono quelle che ti depistano, che ti rendono difficile affrontarle, ma dovete tenere con voi la speranza che un giorno tutto il duro lavoro possa essere ricompensato, ma non per una questione pratica, si sta parlando di soddisfazione spirituale.
Pertanto credo che se l'inizio abbia dato un'idea del massaggio che volevate comunicare, il finale dovrebbe mostrarlo in tutta la sua grandezza e in tutte le sue sfumature.
Esercizio:
Voi credete che la storia si scriva da sola?
Oppure credete che sono gli autori a realizzarla?
A presto, come sempre la vostra Sharon.
Io mi faccio una traccia logica nella testa, proprio perché mi piace scrivere erotici, quando mi immergo in un romanzo cerco di inserire una sottotrama che spinga ad andare avanti nella storia e non solo alla ricerca delle scene "hot" fino ad ora però ho lasciato che il finale vero e proprio, l ultimo capitolo sia dettato dal caso, dal sentimento, dall'ispirazione del momento.
RispondiEliminaCiao Lara, grazie per l'interessamento e benvenuta!
EliminaMi trovi perfettamente d'accordo con te, anch'io scrivo erotico e cerco sempre di costruirci attorno una buona fabula e un buon intreccio, così da rendere la storia intrigante e invogliare la lettura per tutto l'insieme.
Si infatti, il finale deve essere naturale e quindi di conseguenza si crea da solo, anche in base alle scelte dei personaggi e del modo in cui sono stati creati e caratterizzati.
Ti aspetto, alla prossima.
Sharon
"Pertanto credo che se l'inizio abbia dato un'idea del messaggio che volevate comunicare, il finale dovrebbe mostrarlo in tutta la sua grandezza e in tutte le sue sfumature."
RispondiEliminaRiporto questa frase del tuo articolo che per me è pura poesia.
Il tuo articolo mi piace molto ed è vero, il finale sono i personaggi a plasmarlo; ogni piccola imperfezione nella trama rischia di rovinarne l'efficacia ma peggio è quando è stentato e meccanico. La naturalezza prima di tutto!
Ciao Vanessa, benvenuta!
EliminaGrazie davvero per il complimento e per l'interessamento!
Hai proprio ragione, quando un finale è meccanico si nota subito e rovina completamente la storia in se stessa.
Se la trama è costruita bene, la naturalezza della storia prende vita.
Grazie ancora dell'intervento.
Alla prossima.
Sharon
Figurati :) Seguo sempre i tuoi post e finalmente ho avuto modo di commentarti anche da qui. Un abbraccio :*
EliminaGrazie davvero, lo apprezzo molto e ti aspetto in futuro!
EliminaUn abbraccio, alla prossima.
Sharon
Rieccomi qui! Come al solito articolo super interessante e credo che sintetizzi bene il mio pensiero: sono dell'idea che la storia si scriva da sola e il finale deve essere un po' il fulcro del messaggio che si vuole trasmettere, ma (e adesso ti parlo da lettrice più che da scrittrice) credo che i finali migliori siano quelli che ti lasciano un vuoto dentro, perchè solo allora possiamo affermare che quella storia ci ha fatto sognare e che avremmo voluto non finisse mai. A me succede con tutti i libri dell'Armentrout, lo ammetto, a volte mi commuovo persino. Quello è un finale a cui credo dobbiamo aspirare in quanto scrittori.
RispondiEliminaCiao Deborah, è bello sentirti!
EliminaGrazie, sono contenta che hai trovato l'articolo di tuo gradimento!
Si in effetti hai ragione, c'è anche l'aspetto emotivo da tenere in considerazione.
Se si finisce di leggere un libro e non si sente il " vuoto " come l'hai chiamato tu, allora vuol dire che la storia non ci ha coinvolto particolarmente e quindi come scrittrice, cerco anche di concentrarmi su questo aspetto.
Poi ovvio ci provo, però non è detto che possa riuscirsi davvero, anche con tutta la buona volontà!
Si spero sempre in meglio!
Alla prossima, grazie dell'intervento.
Sharon