L'incontro tra i personaggi di una storia
Vi è mai capitato di pensare seriamente all'importanza dell'incontro tra i protagonisti di un romanzo?
Ad essere onesta è una cosa che ho imparato da poco e credo sia di massima importanza.
Diciamo che se i personaggi si incontrano al parco mentre stanno passeggiando, avranno sicuramente una preferenza verso un luogo immerso nel verde e nel silenzio.
Non è poi detto che sia il loro passatempo preferito, magari potrebbe essere un caso quella passeggiata magari notturna, ma comunque credo che sarebbe altrimenti fuori luogo inserire con l'avanzare della storia un secondo incontro in discoteca, non avrebbe senso.
Sicuramente sarebbe preferibile descrivere un ambiente più tranquillo, tipo una biblioteca o una strada deserta con solo una panchina.
Ovviamente ognuno è libero di fare come meglio crede, il mio è solo un parere personale; preferisco creare un filo coerente in una storia.
Certo poi ad ogni regola c'è un'eccezione, dipende sempre dal tipo di narrazione, dalla fabula e dall'intreccio, ma in genere bisognerebbe seguire per logica il corso degli aventi.
Proprio per questo motivo consiglio di usare le sequenze, servono per avere uno schema generale della storia.
Esse aiutano ad avere una visuale completa sull'intero romanzo e quindi facilitano il lavoro dello scrittore, anche se ovviamente bisogna pensare in grande.
Credo che sarebbe più facile scrivere entrando nell'ottica di un rapace che vola sulle pagine, che vede al di là, che scorge ogni minimo particolare.
Anche quando inserite personaggi secondari, possono non essere importanti all'interno della trama, ma un autore dovrebbe aver ben presente tutta la sua vita, dalla nascita alla morte, solo in questo modo si può raggiungere un grande obbiettivo.
Scrivere è molto faticoso, a volte mi rendo conto di cercare una perfezione che sembra scivolarmi tra le dita come acqua corrente, non posso fare a meno di chiedermi se sia poi la cosa giusta da fare.
Scrivere dovrebbe essere passione e voglia di comunicare, eppure con gli anni diventa un vero lavoro, poco importa se non si ha contratto con una casa editrice, rimane sempre e comunque un lavoro.
Un lavoro che ti porta via tempo e che ti lascia un vuoto enorme quando lo concludi.
Sono riuscita a portare a termine due romanzi ed entrambi mi hanno lasciata con l'amaro in bocca, mi sembrava di perdere una parte importante della mia anima.
I mondi creati, i personaggi realizzati e la storia descritta, sono elementi nati dalla mia fantasia e quindi personali, in un certo modo mi appartengono.
Vi è mai capitato di sentirvi gelosi della vostra stessa opera?
A presto, come sempre la vostra Sharon.
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